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21 Novembre 2017 - 08:55
Mirko Busto
L’ecosistema della Pianura Padana è in pericolo e a metterla a rischio sono i rifiuti nucleari stipati nel vercellese. E’ quanto denunciano numerose inchieste giornalistiche e organismi indipendenti, buon ultimo il rapporto di Legambiente intitolato “Effetto bomba” e dedicato ai siti a rischio crollo ed esondazione. Il MoVimento 5 Stelle ha posto alla questione dei depositi nucleari di Saluggia la massima attenzione già in tempi non sospetti. Si trovano infatti posizionati su una lingua di terra e circondati su tre lati da acqua.
E’ assolutamente necessario metterli in sicurezza e bisogna operare con competenza e trasparenza totale. Per questo ho ritenuto opportuno porre alcune domande tecniche al governo.
Il MoVimento 5 Stelle è contrario alla costruzione di depositi temporanei in parallelo con quella del deposito unico nazionale. I tempi per il trattamento delle scorie liquide (le più problematiche e pericolose) si stanno allungando a causa dell'appalto assegnato all'azienda Saipem, poi rescisso per inadempienza. L'azienda di Stato Sogin al momento annaspa e non ha trovato una soluzione concreta e rapida. Così i fusti con le scorie liquide "vegetano" da oltre 3 decenni a pochi metri dal fiume, la Dora Baltea, che esondando potrebbe inghiottirli con conseguenze inimmaginabili.
Per evitare questo disastro abbiamo chiesto al governo un crono programma preciso e puntuale: vogliamo sapere quando avremo un adeguato Programma nazionale nucleare e, dopo che questo sarà operativo, quando sarà resa pubblica la carta Cnapi dei siti idonei al deposito unico. I depositi temporanei possono essere concepiti solo come transitori (buffer) in vista del definitivo invio delle scorie al deposito unico, ma senza certezze su quest'ultimo, i buffer, proprio per la loro natura temporanea, non possono essere neanche considerati.
Peraltro questa condizione permane anche negli altri siti di stoccaggio di rifiuti nucleari piemontesi (Trino Vercellese e Bosco Marengo nell'alessandrino): ormai esistono numerosi studi, tra cui quello quelli di istituti di ricerca (CNR) e universitari (Insubria), che sconsigliano la costruzione del deposito nazionale anche in questi territori e se a Saluggia il rischio è idrogeologico, in Monferrato e nell'alessandrino è di natura sismica. Abbiamo dunque chiesto al governo se sia a conoscenza di questi studi e di come intenda procedere per mettere in sicurezza questi luoghi. Invece di sperperare denaro a realizzare opere temporanee in luoghi estremamente fragili dal punto di vista geologico la priorità di governo e aziende di Stato legate al nucleare dovrebbe essere quella di chiarire in modo univoco tempi e modi di uscita dal nucleare per la nostra Nazione.
Attendiamo risposte chiare, concrete e pubbliche. Se ciò non avverrà, trarremo le debite conclusioni: ovvero che questo governo non ha la minima idea sul da farsi per la gestione delle scorie nucleari nazionali ed è bene che lasci il campo a persone che hanno a cuore la salute pubblica e la tutela ambientale.
Mirko Busto deputato M5S
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