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Vercelli verso le elezioni
07 Gennaio 2024 - 01:39
Il sindaco Andrea Corsaro e il deputato Emanuele Pozzolo; sullo sfondo il Municipio vercellese
VERCELLI. Finite le Feste, le segreterie locali dei partiti sono tutte concentrate sui due appuntamenti elettorali della primavera 2024: le Regionali e le Comunali nel capoluogo. Sì, certo, ci sono anche le Europee, ma lì decide Roma e comunque nell'ampia circoscrizione nord-ovest (Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia e Liguria) da tempo vengono piazzati nei posti chiave ed eletti quasi esclusivamente candidati lombardi: poche o nulle, quindi, le speranze per i bicciolani.
Il Consiglio Regionale. Sono passati cinque anni, ma da come sono cambiati i rapporti di forza sembra trascorso un secolo. Il Vercellese è storicamente un feudo del centrodestra, nel 2019 il candidato presidente Alberto Cirio prese oltre il 60%, trainato soprattutto dalla Lega, che ottenne il 47,5%: quasi un vercellese su due votava per il partito di Salvini (che infatti mandò a Palazzo Lascaris Alessandro Stecco - nel listino - e Angelo Dago).
Da allora la Lega, nel Vercellese come in tutta Italia, ha avuto un'evidente e progressiva emorragia di voti: alle Politiche del 2022 in provincia è crollata sotto il 13% (a Vercelli città l'11%), cedendo gran parte dei suoi consensi a Fratelli d'Italia, partito lanciato verso il 30%.
Ecco quindi che i meloniani vercellesi si aspettano grandi cose (e grandi incarichi) dalle Regionali della prossima primavera: primo fra tutti Carlo Riva Vercellotti, eletto cinque anni fa nel listino in quota Forza Italia ma accasatosi nel 2021 - come tanti altri, transfughi dal partito berlusconiano - in Fratelli d'Italia, e che non disdegnerebbe altri cinque anni di permanenza a Torino, magari come assessore. C'è poi Davide Gilardino, successore di Riva Vercellotti alla presidenza della Provincia, che da un anno sta facendo il giro delle feste patronali a stringere mani e farsi fotografare con sindaci e presidenti di pro loco: una campagna elettorale lunghissima. Infine non è da escludere una candidatura del rampante Daniele Pane, sindaco di Trino al secondo mandato, sostenuto dalla lobby nucleare che nel Vercellese è sempre fortissima.
La Lega non ha candidati forti da presentare: perso Stecco (che, ottenuto il posto da primario di radiodiagnostica all'Asl di Vercelli, non concluderà nemmeno il mandato e non si ricandiderà), il partito di Salvini a Vercelli città è uscito malconcio dalla gestione del segretario Gian Carlo Locarni ed è ridotto al lumicino: probabilmente metterà in lista l'uscente varallese Angelo Dago, il segretario provinciale Daniele Baglione di Gattinara o il sindaco di Tronzano Michele Pairotto.
In Forza Italia occhio a Luca Pedrale, appena rientrato nel partito, che in Regione c'è già stato come capogruppo e ci tornerebbe volentieri.
Il Comune di Vercelli. Nel capoluogo, fino agli ultimi giorni del 2023, sembrava che tutto fosse nelle mani del segretario provinciale di Fratelli d'Italia Emanuele Pozzolo, che in quattro anni aveva creato in Consiglio comunale il gruppo più numeroso: partito nel 2019 con solo il 6,5% e tre consiglieri (la moglie Martina Miazzone, Stefano Pasquino e Giuseppe Cannata), ha man mano prosciugato i gruppi degli alleati ingrassando il suo: da Forza Italia sono arrivati il già citato Carlo Riva Vercellotti, Mimmo Sabatino (promosso assessore) e Simone Boglietti Zacconi; ma soprattutto dalla Lega, dove - mentre l'autoreferenziale segretario Locarni cercava in Municipio incarichi retribuiti per sé (prima presidente del Consiglio comunale, poi assessore) - i consiglieri si spostavano alla spicciolata nel partito di Meloni: Tullia Babudro, Donatella Demichelis, Romano Lavarino (dopo aver ottenuto la presidenza del Consiglio comunale: bisogna saper cogliere l'attimo), Martina Locca (dopo aver terminato di lavorare con il leghista Stecco in Regione ed esser passata al servizio di Davide Gilardino in Provincia: va' dove ti porta lo stipendio), Damiano Maris e Margherita Candeli (ma solo dopo essere stata designata dalla Lega al Consiglio provinciale: per anni ha intasato i social di sue foto insieme a Salvini, ora è una fan di Meloni). Tutta gente che, avendo capito che se fosse rimasta nella Lega non sarebbe più stata rieletta, si è trasferita armi e bagagli in Fratelli d'Italia, che assicura parecchi posti: come si cambia, per non morire.
L'unico che dalla Lega anziché in Fratelli d'Italia si è trasferito, da qualche settimana, in Forza Italia sperando in una rielezione (e magari in una poltrona con annessa indennità) è il vicesindaco Massimo Simion, santhiatese, che nel partito di Salvini non può più contare sull'appoggio del defenestrato ex segretario provinciale - e suo ex socio in una società di consulenza ai Comuni - Paolo Tiramani. Tiramani che, comunque, con il suo neonato movimento "Piemonte al centro" intende tornare nell'agone politico anche a Vercelli.
Delmastro, Pozzolo e altri esponenti vercellesi di Fratelli d'Italia in posa in piazza Cavour
Forte di questo gruppo così nutrito, e con sondaggi che danno a Fratelli d'Italia percentuali più che doppie rispetto agli alleati Lega e Forza Italia, il deputato-segretario provinciale-ex assessore Pozzolo si accingeva a fare da kingmaker in vista delle imminenti elezioni comunali e della formazione della futura Giunta (che attualmente, dopo l'elezione di Pozzolo in Parlamento, conta un solo esponente del partito meloniano, perdipiù eletto in Forza Italia): conferma di Andrea Corsaro quale sindaco (sarebbe il quarto mandato, dopo il decennio 2004-2014 e il quinquennio 2019-2024), un assessorato alla Lega e uno a Forza Italia, un paio a uomini (o donne) di fiducia di Corsaro, e tutte le altre poltrone a Fratelli d'Italia. Senza contare, poi, i posti - lautamente retribuiti - che spettano al Comune nel consiglio d'amministrazione della partecipata Asm, attualmente occupati - ancora sulla scorta dei risultati elettorali del 2019 e della spartingaia d'allora - da esponenti di Lega e Forza Italia.
Leghisti vercellesi in piazza Cavour con Salvini nel 2023; c'era anche Simion, che ha poi salutato la compagnia per entrare in Forza Italia
Lo sparo partito dalla pistola di Pozzolo la notte di Capodanno ha però sconvolto, oltre che la vita del deputato vercellese, anche i piani per le trattative per la futura Amministrazione. “Accantonato” da Meloni, indagato e probabilmente in procinto di affrontare un processo, il ruolo di Pozzolo nella politica cittadina si è molto indebolito: e non solo perché, poco opportunamente, ha scelto come avvocato proprio Andrea Corsaro, andando così a mescolare - oltretutto in un periodo elettorale - la politica con vicende giudiziarie private. Gli effetti del fattaccio di Capodanno sulle percentuali di Fratelli d'Italia alle elezioni potranno magari essere poco rilevanti, ma le gerarchie interne al partito in ambito locale si stanno già modificando: a Vercelli a trattare con gli altri partiti della coalizione andrà il coordinatore cittadino Alberto Cortopassi (che comunque, in questi anni, è sempre stato l'ombra e la longa manus di Pozzolo), ma in Fratelli d'Italia i più svegli hanno già capito che si stanno aprendo nuovi spazi. E siccome, analogamente alla natura, anche i partiti al loro interno hanno orrore del vuoto, è molto probabile che nelle prossime settimane tra i meloniani emergano alcune figure che cercheranno di cogliere la (forse irripetibile) doppia opportunità: un partito con percentuali mai viste prima e un leader locale (almeno) temporaneamente azzoppato. Certo, l'elettorato è volubile, ma ancora per quest'anno quello di Fratelli d'Italia sembra essere il carro giusto, a Vercelli come altrove: ed è facile prevedere che c'è chi cercherà di salirvi e chi, già a bordo, tenterà di trarne i maggiori vantaggi possibili.
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