Il piano industriale 2022-2025 di Diasorin, con ricavi stimati per il 2022 in calo del 2%, con quelli extra-Covid previsti circa al +24%, ma il fatturato Covid in riduzione da 370 milioni circa nel 2021 a 150 milioni circa nel 2022, diffuso a mercati chiusi nella notte tra giovedì e venerdì, non è piaciuto agli investitori. Il titolo ha chiuso infatti l'ultima seduta di settimana in calo del 10,8% a 158,8 euro. I ricavi extra-Covid dell'intero quadriennio sono previsti in crescita del 10% di Cagr, con un +7% per quelli Covid compreso, ma il fatturato Covid in riduzione fino a 50 milioni circa nel 2025. "I nuovi target su ricavi e margini sono sotto al consensus per l'arco di piano, principalmente nelle stime del 2022, quando l'ebitda è atteso raggiungere i 417 milioni di euro" a fronte "di un consensus di 494 milioni" hanno commentato gli analisti di Mediobanca. Per Equita il piano evidenzia un "2022 più debole e target 2025 di marginalità leggermente inferiore alle attese": gli analisti prevedevano un ebitda margin 2022 del 38,4% contro il 35% indicato da Diasorin e ricavi ex Covid in crescita del 33%. Per Jefferies l'outlook sull'ebitda "è molto più debole delle attese". "Sono molto soddisfatto - ha affermato da parte sua il presidente di Diasorin, Gustavo Denegri - di come va Diasorin e del futuro che si prospetta. Abbiamo fatto 30 prodotti nuovi in 3 anni e acquisizioni come l'ultima, Luminex, che ha un potenziale incredibile. Mi aspetto - ha concluso - che si vada ben al di là del piano, approvato dal Cda e direi bocciato dal mercato". "Abbiamo dato una stima per il 2022 con visibilità sul primo trimestre, poi dipenderà dai vaccini e dalle varianti. Covid è sinonimo di volatilità" ha aggiunto il ceo di Diasorin, Carlo Rosa. "Il mercato - ha proseguito Rosa - ha delle difficoltà a capire. Ci accusano di essere stati troppo conservativi sul Covid. Ritengo la previsione basata su quello che possa succedere nel primo semestre, perché nel secondo col Covid sinceramente nessuno lo sa". "Attraverso l'acquisizione di Luminex - ha spiegato l'amministratore delegato -abbiamo già il 50% del fatturato negli Usa, circa un 35% in Europa e nei mercati di sviluppo il resto. L'America è una delle geografie su cui noi puntiamo di più". Praticamente l'opposto la Cina. "Il fatto che in Cina continuino a combattere le pandemie coi lockdown - ha spiegato - ha effetti pazzeschi sul business. Strategicamente la Cina sta cercando di rendersi indipendente con le proprie tecnologie. La Cina è difficile in generale- ha chiarito - non solo sul Covid". "Se guardo ai tre mercati - ha detto - vedo un'enorme opportunità negli Usa per gli investimenti, un'Europa neutrale e una Cina difficile, decisamente più rispetto alla pre-pandemia". "Il piano - ha sottolineato - è di crescita organica. Luminex è stata una grossa acquisizione e adesso è il tempo di portare sul mercato le tecnologie sviluppate". Fiore all'occhiello una piattaforma per tamponi molecolari decentralizzati, che non necessitano di personale esperto come quello ospedaliero, che verrà lanciata nel 2023".
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