AGGIORNAMENTI
Cerca
21 Ottobre 2021 - 11:57
L’ospedale Sant’Andrea di Vercelli
VERCELLI. Il dottor Silvio Borrè, primario di Infettivologia all’ospedale Sant’Andrea, lancia un appello ai medici di famiglia e alle Usca (le Unità speciali di Continuità assistenziale, create per aiutare i medici di famiglia durante la pandemia): «Se avete pazienti colpiti dal Covid con sintomi non gravi, ma che hanno patologie tali da far pensare che la situazione possa peggiorare, non esitate a contattarci non appena la positività viene accertata. Noi, fin dallo scorso marzo, dopo averla studiata con attenzione, abbiamo la possibilità di utilizzare un’arma efficace, in grado di scongiurare il ricovero ospedaliero di queste persone e addirittura in grado di accelerare la negativizzazione del tampone: gli anticorpi monoclonali».
L’Infettivologia di Vercelli è in grado ogni giorno di utilizzare questa terapia (un’endovena che dura circa un’ora) mettendo a disposizione fino a sei postazioni contemporaneamente nel suo ambulatorio al secondo piano del Sant’Andrea. In sette mesi, però, solo una trentina di persone hanno usufruito di questa possibilità. Di qui il sollecito di Borrè ai medici di famiglia e alle Usca: «Abbiano un’arma potentissima ed efficace, dunque utilizziamola».
La flebo che viene somministrata ai malati di Covid che hanno i requisiti per poterla utilizzare è un cocktail di due farmaci: Casirivimab e Imdevimab. Queste monoclonali si legano alla proteina spike del coronavirus impedendo al Covid di penetrare nelle cellule dell’organismo e di infettarle; il virus rimane nelle alte vie respiratorie ma non scende nei polmoni e ci sono alte probabilità, in base agli esiti sinora registrati, che venga anche eliminato successivamente del tutto, in tempi veloci, dall’organismo.
Questo cocktail non ha ancora ricevuto l’approvazione dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema), ma in Italia il suo utilizzo per il trattamento contro il Covid è stato autorizzato con un decreto del Ministero della Salute pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l’8 febbraio scorso. E l’Infettivologia vercellese ha scelto di utilizzarlo subito.
L’ospedale vercellese è inoltre stato scelto per una sperimentazione sempre legata alle monoclonali, che è partita da poche settimane.
Su trenta pazienti malati di Covid, con sintomi non gravi, i medici di Malattie Infettive provano le monoclonali a dosaggio più basso (ma come quelle per endovena realizzate anche per affrontare le varianti), da inoculare non più con una flebo ma tramite una semplice iniezione intramuscolare.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.