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VERCELLI. Al Sant’Andrea si sperimenta la cura con gli anticorpi monoclonali

VERCELLI. Al Sant’Andrea si sperimenta la cura con gli anticorpi monoclonali

L’ospedale Sant’Andrea di Vercelli

VERCELLI. Il dottor Silvio Borrè, primario di Infettivologia all’ospedale Sant’Andrea, lancia un appello ai medici di famiglia e alle Usca (le Unità speciali di Continuità assistenziale, create per aiutare i medici di famiglia durante la pandemia): «Se avete pazienti colpiti dal Covid con sintomi non gravi, ma che hanno patologie tali da far pensare che la situazione possa peggiorare, non esitate a contattarci non appena la positività viene accertata. Noi, fin dallo scorso marzo, dopo averla studiata con attenzione, abbiamo la possibilità di utilizzare un’arma efficace, in grado di scongiurare il ricovero ospedaliero di queste persone e addirittura in grado di accelerare la negativizzazione del tampone: gli anticorpi monoclonali».

L’Infettivologia di Vercelli è in grado ogni giorno di utilizzare questa terapia (un’endovena che dura circa un’ora) mettendo a disposizione fino a sei postazioni contemporaneamente nel suo ambulatorio al secondo piano del Sant’Andrea. In sette mesi, però, solo una trentina di  persone hanno usufruito di questa possibilità. Di qui il sollecito di Borrè ai medici di famiglia e alle Usca: «Abbiano un’arma potentissima ed efficace, dunque utilizziamola».

La flebo che viene somministrata ai malati di Covid che hanno i requisiti per poterla utilizzare è un cocktail di due farmaci: Casirivimab e Imdevimab. Queste monoclonali si legano alla proteina spike del coronavirus impedendo al Covid di penetrare nelle cellule dell’organismo e di infettarle; il virus rimane nelle alte vie respiratorie ma non scende nei polmoni e ci sono alte probabilità, in base agli esiti sinora registrati, che venga anche eliminato successivamente del tutto, in tempi veloci, dall’organismo.

Questo cocktail non ha ancora ricevuto l’approvazione dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema), ma in Italia il suo utilizzo per il trattamento contro il  Covid è stato autorizzato con un decreto del Ministero della Salute pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l’8 febbraio scorso. E l’Infettivologia vercellese ha scelto di utilizzarlo subito.

L’ospedale vercellese è inoltre stato scelto per una sperimentazione sempre legata alle monoclonali, che è partita da poche settimane.

Su trenta pazienti malati di Covid, con sintomi non gravi, i medici di Malattie Infettive provano le monoclonali a dosaggio più basso (ma come quelle per endovena realizzate anche per affrontare le varianti), da inoculare non più con una flebo ma tramite una semplice iniezione intramuscolare.

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