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Youns El Boussettaoui: ucciso in strada dall'assessore "sceriffo" di Voghera. Livorno Ferraris incredula

Youns El Boussettaoui: ucciso in strada dall'assessore "sceriffo" di Voghera. Livorno Ferraris incredula

Youns El Boussettaoui

Una persona non pericolosa, che aveva bisogno di essere aiutata, con due figli, uno di otto e una di cinque anni. E' questo il modo in cui la sorella, appena rientrata dalla Francia, ha descritto Youns El Boussettaoui, l'uomo ucciso ieri a Voghera dall'assessore alla Sicurezza Massimo Adriatici che si trova ai domiciliari. E proprio del fatto che non sia in carcere, si è lamentata davanti alle telecamere di Retequattro. "Gli hanno sparato in piazza davanti a tantissime persone. L'assassino si trova a casa sua, dorme bello riposato. Dove è la legge in questa Italia? ", "ma siamo in Italia o in una foresta?" ha detto in lacrime. "Aveva un fucile, aveva una pistola in mano mio fratello? Rispondetemi! No, mio fratello non aveva nessuna arma in mano. È stato ammazzato - ha aggiunto - davanti alle persone e questa persona si trova a casa sua. Io voglio sapere se qua in Italia ammazzare o sparare è una cosa legale". Sapeva che Youns dormiva per strada. "Si sente più tranquillo a dormire sulle panchine. L'altro giorno l'ha visto mio marito, è venuto a prenderlo" ha raccontato. Comunque la famiglia ha cercato di aiutarlo: "Abbiamo chiamato i carabinieri a Livorno Ferraris possono testimoniare. L'abbiamo portato all'ospedale ma è scappato dall'ospedale. I carabinieri di Livorno Ferraris hanno chiamato i carabinieri di Voghera per poter prendere Youns, non perché fa male a qualcuno, è per lui, per difendere mio fratello".   E a Livorno Ferraris dove i genitori di Youns si sono trasferiti da qualche mese la notizia ha colto tutti di sorpresa. Alza le braccia al cielo l'assessore alle politiche sociali Claudio Michelone. "Lo abbiamo appreso solo oggi -  ci dice -  In Comune il caso non è mai stato segnalato, ma sicuramente se ne sono occupati i servizi sociali... Seguiremo la vicenda..."
Massimo Adriatici, l'assessore sceriffo

I fatti

Un arresto per omicidio volontario e poi un'indagine che è virata quasi subito nell'accusa meno pesante di "eccesso colposo in legittima difesa". Sta anche in questi dubbi giuridici, a cui gli inquirenti stanno cercando di dare risposte valutando elementi e testimonianze, l'eccezionalità di quanto accaduto fronte a un bar vicino al centro di Voghera (Pavia). Con un assessore alla Sicurezza, il leghista Massimo Adriatici, per ora ai domiciliari per aver sparato, a suo dire per "errore" mentre cadeva dopo una spinta, ad un marocchino senzatetto di 39 anni, Youns El Boussettaoui, che stava infastidendo alcuni clienti del locale. Un episodio cruento, accaduto nella città dell'Oltrepò pavese, che ha già diviso ovviamente la politica sulle tematiche della sicurezza, ma di cui danno una lettura diversa pure gli stessi cittadini. Come quelli che frequentano proprio il bar 'Ligure La Versa' e gli altri nella zona, che si dividono tra chi descrive la vittima come "uno capace solo di andare in giro a spaccare vetrine e a dare fastidio" e altri che parlano di Adriatici come di "uno sceriffo, che aveva smesso di fare il poliziotto, ma lo faceva ancora e aveva preso di mira 'Musta'", soprannome del 39enne, "che spesso chiedeva solo qualche soldo". "Altro che far west a Voghera si fa strada l'ipotesi della legittima difesa", ha commentato il leader della Lega Matteo Salvini, mentre per il segretario del Pd Enrico Letta "un uomo è morto, per colpa di una pistola" e "una cosa dobbiamo e possiamo farla: StopArmiPrivate". A dire di tutti dovrà essere la magistratura a fare chiarezza e certamente tra le analisi necessarie, oltre a quelle sulle telecamere della zona (una è piazzata vicino al locale e riprende la piazza girando), c'è pure un accertamento balistico. "Ho tirato il grilletto per sbaglio, mentre cadevo, dopo uno spintone, non volevo", si è difeso Adriatici (si è autosospeso dalla carica), 47 anni anche stimato avvocato in zona, con un passato da poliziotto in città e che poteva ora detenere e portare in giro la pistola Calibro 22. E' stato interrogato, difeso dal legale Colette Gazzaniga, dopo l'arresto in flagranza eseguito dai carabinieri per omicidio volontario con l'ok del pm Roberto Valli

Adriatici,l'assessore ex poliziotto con la pistola

Ex poliziotto, avvocato, docente di Diritto processuale penale e, nell'ultimo anno, assessore leghista alla Sicurezza del Comune di Voghera, noto per le sue battaglie contro la "mala movida" e per l'applicazione del Daspo urbano nei confronti di senzatetto e mendicanti. E' questo in sintesi il profilo di Massimo Adriatici, l'assessore del Comune di Voghera che ieri sera, in piazza, ha ucciso con la pistola, detenuta con regolare porto d'armi, un 39enne di nazionalità marocchina dopo una lite. Ora si trova agli arresti domiciliari, indagato per eccesso di legittima difesa e si è autosospeso temporaneamente dall'incarico di assessore, come ha fatto sapere la sindaca di Voghera, Paola Garlaschelli. Massimo Adriatici ha una storia da tutore dell'ordine, prima come poliziotto e poi come avvocato di uno studio molto noto a Voghera. Ha indossato la divisa della Polizia per 16 anni e la sua carriera, iniziata nel 1995 come agente, si è conclusa nel 2011 con il grado di sovrintendente, dopo aver vinto il concorso pubblico per diventare avvocato, professione per cui ha smesso di portare il distintivo. L'assessore leghista era stato poliziotto proprio a Voghera, la cittadina in cui è avvenuto l'omicidio di cui è originario e dove è molto conosciuto. Laureato in Giurisprudenza quando era ancora in polizia, una volta diventato avvocato ha affiancato alla libera professione il ruolo di docente di Diritto processuale penale, con una collaborazione occasionale, da esterno, all'Università del Piemonte Orientale 'Amedeo Avogadro', dove aveva conseguito la laurea. Allo stesso tempo non aveva dimenticato il suo primo amore, quello per la divisa, diventando docente della Scuola allievi di Polizia di Alessandria, dove era molto apprezzato. Chi lo ha conosciuto o lo ha incontrato lo descrive come una persona equilibrata e composta, una persona stimata. Nell'ottobre 2020 l'elezione, nelle file della Lega, e la nomina ad assessore alla Sicurezza. Al centro della sua attività politica la lotta alla mala movida, ha dato applicazione al Daspo urbano nei confronti di chi bivaccava. E' di ieri la sua ultima ordinanza: entrata in vigore poche ore prima dell'uccisione dell'uomo, impone il divieto di vendere bevande alcoliche fresche in bottiglie di vetro. Adriatici era un assessore "presente, che si faceva vedere e girava parecchi locali", racconta oggi il gestore di un bar di Voghera. E c'è chi racconta che andasse di persona a controllare il rispetto delle ordinanze contro la movida violenta. In un'intervista di qualche tempo fa affermava che "l'uso di un'arma deve essere giustificato da un pericolo reale. Sparare deve essere l'extrema ratio, l'ultima possibilità da mettere in atto se non ne esistono altre". 
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