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21 Marzo 2025 - 08:30
Elio e Mario con il famoso registratore a bobine e dietro il logo della radio calusiese
Era sufficiente girare la manopola fino a 97,2 MHz per spalancare di nuovo le porte del mondo. La radio è ancora oggi una compagna fedele per molti, uno scrigno che custodisce quella speciale magia capace di intrecciare frequenze e quotidianità. Eppure, la nostalgia per la radio calusiese non conosce eguali: era il fulcro di una comunità che finalmente trovava un mezzo davvero vicino alle proprie esigenze. Chiunque la sintonizzasse non si limitava ad ascoltare, ma sentiva di far parte di qualcosa di unico.
Nel fervore delle “radio libere”, Radio Vogue unì in un solo battito moltissimi cuori, regalando un’esperienza di condivisione mai vista prima. A metà degli anni ’70, un gruppo di sedicenni intraprendenti trovò la strada spianata per consacrare la propria passione. Avevano già sperimentato la radio “fai da te” attraverso Radio Depa Express – nome ispirato a uno dei fondatori e al luogo dove registravano: le puntate venivano incise su un registratore a bobine e fatte circolare tra i compagni di classe. “Ognuno di noi aveva un programma tutto suo, che registravamo a casa mia o di Depa”, ricorda con affetto Mario Griselli. “Poi passavamo le cassette agli amici di scuola: era un modo per divertirci e fare esperienza sul campo”.
Le sorti di questi giovani – Gianpaolo Depaoli, Mario Griselli, Elio Fornero, Alessandro Farcito, Filippo Mauceri, Renato Probo, Giancarlo Straulino, Roberto Bonino,Tiziana Ghelfi e molti altri – incrociarono quelle di figure fondamentali che diedero vita a un progetto ambizioso. “Nini” Giacometto, Rolando Costanza, Aldo Zocca, Anna Viglieno e Franco Vassia offrirono la spinta decisiva, diventando fari luminosi per un sogno che chiedeva solo di prendere il volo.
“Prima di Radio Vogue, conducevo un programma di musica progressive su Radio Ivrea,” confida Franco Vassia. Fu il suo incontro con due imprenditori di Caluso, “Nini” Gamba e Renato Boaglio, a far germogliare l’idea di fondare una radio anche in quel territorio. “All’inizio eravamo in un casolare di via Falchetti, poi ci siamo trasferiti in via Morteo, una traversa di via Bettoia. Il nome e il logo vennero quasi da soli: ‘Vogue’ richiamava la moda dell’epoca, con una stilizzazione che evocava un tocco di raffinato decadentismo francese”. Vassia ringrazia ancora “Nino” Gamba per la fiducia che gli consentì di proseguire il suo cammino come articolista e redattore di musica progressiva, arrivando a scrivere per la rivista Prog. Italia e per il giornale giapponese Euro-Rock Press.
Nel frattempo, Vassia cercava nuovi talenti da portare a Radio Vogue. Mario Griselli e soci colsero al volo l’occasione: in un istante, si ritrovarono dj ufficiali, con l’opportunità di trasmettere le proprie passioni. Rock e punk di Griselli, musica da discoteca di Elio Fornero, cantautori di Zangrossi (detto Bettino), progressive di Vassia, country di Aldo Guglielmetti e liscio di Aldo Zocca e Mauro Goy: ce n’era davvero per tutti i gusti.
La rivista Prog. Italia per musica progressive
Il giornale giapponese Euro- Rock Press
“Immaginatevi a 16 anni, invitati a fare il dj nelle discoteche o alle feste di paese”, sorride Griselli, tornando con la mente a quei giorni fatati. “Era una notorietà sorprendente per quei tempi, quando l’unico mezzo per mandare messaggi e dediche restava il telefono fisso. La radio libera offriva una finestra sul mondo”.
La creatività e la spontaneità erano di casa: “Ricordo il programma realizzato con Gianni Casellato, ‘7 per 7 97’: lo scopo era indovinare un personaggio misterioso. A ogni telefonata aggiungevamo un indizio, e chi indovinava vinceva un premio. Si poteva andare avanti anche due settimane prima di arrivare alla soluzione! Le chiamate interurbane costavano molto, ma la voglia di partecipare superava ogni barriera”.
Un’altra novità fu il programma sportivo “Derby in musica”, condotto la domenica da Griselli, Fornero, Roberto Bonino, Sandro Farcito e Giancarlo Straulino: fra un disco e l’altro, scattava l’aggiornamento lampo sui gol in tempo reale. Era un’epoca in cui si potevano seguire le partite soprattutto su Rai Radio 1 o aspettare la tv con “90° Minuto”; per gli ascoltatori, Radio Vogue rappresentava una scorciatoia entusiasmante.
Incredibile anche l’intuizione di Elio Fornero, che registrava i trailer cinematografici dalla tv per poi montarli e trasmetterli in radio: un assaggio, in anticipo sui tempi, di ciò che oggi è prassi consolidata per la promozione dei film.
“Radio Vogue era un’espressione culturale”, sottolinea Gianpaolo Depaoli, che con Carla Biasi conduceva un programma quotidiano (dal lunedì al venerdì, dalle 14 alle 15) popolato da centinaia di lettere e dediche. “Era uno strumento che univa e dava voce persino alle piccole realtà, un mezzo nuovo che entrava nelle case di tutti. Basta un ‘Ho sentito la tua pubblicità in radio’ per far sentire gli sponsor come veri protagonisti, quasi al pari della Nutella promossa dal dottor Ferrero in tv!”.
Grazie a questi sponsor, la radio riusciva a coprire i costi e a trasmettere la “voce dei giovani” nell’etere. Ma Radio Vogue non fu mai soltanto un’esperienza commerciale: la sua vera anima era quella di una radio “di tutti e per tutti”, un collante prezioso contro la solitudine che, con l’internazionalizzazione incipiente, iniziava a diffondersi.
Mario Griselli in un momento di amarcord nel ricordare quando è stato il disc Jockey per Radio Vogue. Ne ha preso l'opportunità per ringraziare in un post i suoi compagni di avventura. Tra quelli che non sono ancora stati citati nell'articolo: Gabriella Sottero, Raffaella Fossati, Stefania Remor, Marco Rinaldi Chini, Patrizia Salvetti, Walter e Danilo Regis, Aldo Guglielmotti, Gindri Moreno, Donatella Ceresa, Valter Ladda, Renata Albo Giuliano, Luciano Donato, Giuliana Boaglio, Vittorio Valagussa, Gian Mario Passera, Roberto Susanna, Maria Teresa Savino, Bruno Bisantis, Filippo De Bellis, Marcello Pandolfi, Elena Fisanotti, Paola Levi, Carlo Borgia, Mirella Avidato, Gianpiero Gribaldo, Daniela Bertolino, Alfredo Perini . Se ci sono ulteriori volti non menzionati, si chiede scusa in anticipo.
“Un’ora di trasmissione poteva bastare per sentirti unico, diverso da chiunque altro”, riflette Depaoli. “Era la tua playlist, diremmo oggi, con le tue canzoni e le tue dediche. In questo, Radio Vogue era un ponte, un circolo di energie in cui ti sentivi davvero a casa”.
Una radio di programma, dunque, che spaziava da intrattenimento e musica a informazione, sport, spettacolo, quiz e persino spazi dedicati ai più piccoli. Ogni dj aveva la piena libertà di dar forma alle proprie idee, informandosi nei minimi dettagli e studiando i contenuti da offrire in onda.
Nei quasi dieci anni di trasmissioni, Radio Vogue ospitò voci e nomi oggi leggendari: Alberto Camerini, Ivan Graziani, Francesco Guccini e molti altri, specialmente durante eventi come le Feste dell’Uva. “È stato un tuffo nel passato meraviglioso”, ricorda Filippo Mauceri, che aveva già mosso i primi passi da speaker su Radio Ivrea Canavese. Da quell’esperienza calusiese, Mauceri ricevette la giusta spinta per affermarsi in tv con Antonio Ricci a Striscia la Notizia, collaborando poi a Il senso della vita con Paolo Bonolis e affiancando Pierluigi Diaco a “BellaMa’” su Rai2 e a “Ti sento” su Rai Radio2.
Tanti, come Mauceri o Depaoli, amano ricordare quanto Radio Vogue sia stata formativa: “Per me è stata una palestra di vita”, confessa Depaoli. “Ho imparato a comunicare con semplicità e a non dare nulla per scontato. Questo mi è servito sia come insegnante, sia come libero professionista che lavora a stretto contatto con le persone”.
L’avvento degli anni ’80 segnò, però, un cambio di passo più spiccatamente commerciale. Alcuni – come Griselli e Mauceri – erano già orientati agli aspetti pubblicitari, mentre altri continuavano a vivere la radio come pura passione, senza compenso. Griselli cercò di prolungarne la vita trasformandola in Tele-Radio Vogue: “Intorno al 1981 iniziammo a trasmettere in bianco e nero tramite le telecamere dei videocitofoni, sul canale 51, poi passato a Telemontecarlo”.
Oggi, Mario Griselli è al timone di ProdAction ed è amministratore di Bom Channel (canale 68) in via Martiri d’Italia 46/a, a capo di un team con oltre 30 anni di esperienza nella produzione di spot, documentari, videoclip, eventi in diretta streaming e contenuti per i social.
Radio Vogue chiuse tra il 1982 e il 1983, lasciando orfana quella sua storica frequenza, 97,2 MHz, che per tutti i calusiesi non fu mai soltanto un numero. In meno di un decennio, la radio aveva intrecciato vite, passioni e momenti di condivisione che ancora scaldano il cuore di chi c’era. Dalle Feste dell’Uva alle sponsorizzazioni dei gettoni per le giostre, passando per episodi rocamboleschi – come il fulmine che sfiorò di cinque secondi Aldo Zocca nella sede di via Micheletti – a emergere su tutto è il senso di complicità e appartenenza.
Oggi, il panorama radiofonico è ben diverso, spesso vincolato alle case discografiche e alle logiche di mercato. Ma è emozionante sapere che, in un angolo del Canavese, una piccola emittente sia riuscita a far sentire i giovani protagonisti e a regalare loro esperienze che hanno segnato un’intera vita. È un ricordo che, forse, può ancora sbocciare e farsi seme di nuove storie, in un futuro che speriamo più umano e vicino alle persone.
L'intervista a Ivan Graziani di Franco Vassia sotto gli occhi di Donatella Ceresa e Bruna Fiorotto
Un altro momento dell'incontro tra Franco Vassia e Ivan Graziani nella sede di Radio Vogue in Via Morteo tra il '78 e il '79 insieme a Donatella Ceresa . Nello sfondo Luciano Donato.
Quel momento di attesa prima di andare in onda con Ivan Graziani, Franco Vassia, Elio Fornero e Franco Falchi
Radio Vogue è stata sicuramente la linfa vitale di chiunque ha avuto l'opportunità di viverla sia come spettatore che chi la conduceva. Tra l'82 e l'83 i soci hanno chiuso la radio e abbandonato quella frequenza che è diventata storia: 97,2 hmz.Al suo interno, vite e passioni si sono intrecciate portando una voce sentita e di sostegno dei canavesani. Tra l'emozioni di andare in giro per la Festa dell'Uva a sponsorizzare i gettoni per le giostre alle sfide della vita come rischiare l'incidente , un fulmine ha rischiato di colpire Aldo Zocca, bastando solo quei 5 secondi per vivere o morire al fine di evitare problemi nella trasmissione del segnale che poi avvenne in quella prima sede in Via Micheletti, prima di tutto è stata complicità e senso di appartenenza . Una virtù difficile da riproporre in un mondo radiofonico troppo legato alle case discografiche e ad un business sempre più influente. Prendiamoci, almeno, quel ricordo e chissà se diverrà nuova linfa per un futuro più umano.
Filippo Mauceri con Mogol
Il marchio originale. Agli inizi la frequenza è stata 96, 800 mhz , ma in quella frequenza ci fu intermittenza con la Radio Gran Paradiso. A quel punto, si passò alla frequenza 97, 200 mhz.
Commenti all'articolo
Depa60
21 Marzo 2025 - 14:04
Io c'ero. L'ho vissuto. Una grande esperienza. Ringrazio ancora oggi i ragazzi e le ragazze (oggi un po' più attempati/e) che mi scrivevano decine di lettere ogni giorno. Senza di loro non avrebbe potuto essere ciò che è stato. Grazie. Ps. Conservo ancora oggi le "letterine". Gianpaolo "Depa" Depaoli
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