Cerca

Curiosità

La famiglia della principessa russa Demidoff in città: morì a Gassino punta da una rosa velenosa

Una storia fiabesca proveniente dalla collina

I discendenti della famiglia Demidoff a Villa Bria

I discendenti della famiglia Demidoff a Villa Bria

È una storia fiabesca e romantica, nel senso storico del termine, quella che è stata rievocata giovedì 30 marzo a Gassino, nella splendida cornice di Villa Bria. 

I protagonisti di questa vicenda sono una principessa russa, Aurora Pavlovna Demidoff, villa Bria a Bussolino e una rosa velenosa, la “Comtesse de Noghera”. La peculiarità, e tragicità, di questa vicenda si articola attorno al fatto che il 15 giugno del 1904, all’età di 31 anni, la principessa Aurora Demidoff morì proprio a Villa Bria, a Bussolino, a seguito di un’infezione causata dalla spina di una rosa, la Comtesse de Noghera. 

La principessa Aurora Pavlovna Demidoff

Ma com’è giunta a Gassino questa principessa?

Era il 1840 e il Granduca di Toscana, Leopoldo II, decise di concedere il titolo di Primo Principe di San Donato ad Anatoly Nikolaïevich Demidoff, un industriale russo, in segno di gratitudine per le importanti opere realizzate a Firenze, tra cui la costruzione di linee ferroviarie, ospedali e scuole per le famiglie disagiate locali. 

Nel 1872 l’unico erede dell’industriale, il nipote Pavel Pavlovic Demidoff (anch’egli industriale, diplomatico e filantropo), divenne secondo Principe di San Donato e, nel 1873, diede alla luce la sua prima figlia: la principessa Aurora Pavlovna Demidoff. 

Aurora, in seguito, si sposò a San Pietroburgo con il principe “Arsen” di Jugoslavia, matrimonio che tuttavia fu sciolto nel 1896. 

Si dice che al tempo del divorzio, Aurora Demidoff frequentasse il conte italiano Nicola Giovanni Maria di Noghera, con cui convolò a nozze nel 1897, dopo la nascita del loro primo figlio a Milano.

I discendenti della famiglia Demidoff e Noghera a Villa Bria, con Paolo Cugini, Rosetta Tropea e Carlo Bosco

Gli anni che seguirono, ricordati dalla principessa come “i più felici della sua vita”, furono spesi tra la campagna attorno a Firenze, Cannes, la Costa Azzurra e il Piemonte. 

Nel corso del tempo, la coppia cominciò a partecipare sempre più spesso agli eventi sociali del territorio e, da qui, il soggiorno a Villa Bria a Gassino dove, all’età di 31 anni, la principessa Aurora si punse con la spina di una rosa e contrasse una letale infezione che mise fine alla sua vita. 

La spina della rosa apparteneva a una varietà chiamata “Comtesse de Noghera”, intitolata proprio alla principessa Aurora nel 1901 (3 anni prima della sua morte) da Paul e Clément Nabonannd, due francesi conosciuti anni prima durante i soggiorni a Cannes. 

La rosa Comptesse de Noghera

Tornando a tempi attuali, i discendenti della famiglia Demidoff, nel corso della settimana appena passata, hanno deciso di far visita proprio a Villa Bria, una delle tappe del tour della famiglia per il 150° anniversario della nascita della principessa Aurora. 

“Ci siamo trovati in mattinata a Villa Bria e a rappresentare l’amministrazione comunale erano presenti il sindaco Paolo Cugini e la vice-sindaca Rosetta Tropea - spiega Carlo Bosco, esperto di storia locale che ha condotto alcune ricerche sulla tenuta di Bussolino, acquistata a fine Ottocento dai Demidoff - erano presenti discendenti sia ad parte Demidoff che da parte Noghera. È stata una giornata interessante: dopo un giro alla villa ci siamo recati nella chiesa ortodossa di San Massimo per un ricordo alla principessa. Un bell’incontro, in cui Gassino si è ritrovata ad essere protagonista di una storia internazionale di alto profilo”.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori