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Ivrea

Vip e politici. Tutti in pista per la battaglia delle arance...

Tra gli altri anche due candidati alle primarie del centrosinistra. Comotto nei Mercenari e Chiantore nei Tuchini

Politici in campo

Il Carnevale di Ivrea non è solo una festa, è un’esperienza che tocca le corde più profonde del cuore degli eporediesi. È l’emozione di tornare a casa, dove tutto è familiare ma allo stesso tempo tutto è diverso, pieno di colori, di profumi e di suoni che si mescolano insieme. È la voglia di vivere intensamente, di lasciarsi andare, di dimenticare per qualche ora la routine quotidiana.

La battaglia delle arance è il simbolo di una tradizione secolare che resiste ancora oggi, nonostante il tempo e le difficoltà. È la solidarietà tra le squadre, che si affrontano a colpi di agrumi, ma si aiutano e si sostengono quando c’è bisogno. È l’orgoglio di appartenere a una comunità, di sentirsi parte di qualcosa di più grande, di condividere emozioni e sentimenti con gli altri. E’ l’amore che  che si incontra, che si è incontrato o che si spera di incontrare e non c’è uno, a Ivrea, che da giovane o da grande non ne abbia consumato almeno uno nei tre giorni di battaglia.   

E’ il bernoccolo da esibire con fierezza dal mercoledì delle ceneri in avanti. E’ la preparazione. E’ l’amicizia.

E’ togliersi i vestiti di dosso e indossarne altri che diranno a tutti chi sei veramente.   

E’ l’adrenalina. E’ andare dove ti porta il cuore. E’ il ricordo di un’infanzia scandita dalle tante battaglie consumate in quelle piazze. E’ un bacio alla città. E’ la certezza che il mondo non ti comprenderà ma chissenefrega, peggio per il mondo. 

E’ quel non aver più voglia di raccontare cos’è il Carnevale di Ivrea a chi non capirebbe. 

E’ quel senso di appartenenza che poche città al mondo hanno. Lo stesso che ti fa ancora piangere per la fabbrica che non c’è più, che ti tiene aggrappato ad una panchina, ad un muretto, ad una strada, ad una casa, ad un ponte e guai a chi te lo tocca o “ritocca”.

Ma soprattutto, il Carnevale di Ivrea è l’autenticità. È la sincerità delle persone che partecipano alla festa, che non hanno paura di mostrare il loro vero volto, di esprimere le loro passioni, le loro idee, le loro emozioni. È la bellezza della diversità, della mescolanza, della convivenza pacifica tra persone di ogni estrazione sociale, di ogni età, di ogni provenienza, operai e impiegati, ricchi e poveri, grassi e magri, belli e brutti.

E poi ci sono loro, i politici, quest’anno anche un po’ in “campagna elettorale”. 

A destra il consigliere regionale Alberto Avetta del Pd

C’è il sindaco che si cuce  una divisa con le pezze di tutte e nove le squadre di aranceri. Sempre lui che cade dal monopattino elettrico per colpa di una buca. Si rovina tutto il viso. Si rialza e comincia a tirare come non ci fosse un domani. 

C’è, con la divisa degli Scacchi il consigliere regionale del Pd Alberto Avetta che partecipa alla manifestazione con i figli e “per i figli”. C’è Davide Casaleggio ex dei cinquestelle che tira sul carro dei Falchi del Castello. Ci sono il candidato a sindaco del Pd Matteo Chiantore e la moglie Fiorella Pacetti, dirigente medico nonchè consigliere comunale di opposizione, con i Tuchini. Nei Tuchini il consigliere comunale del Pd Fabrizio Dulla e nei Mercenari il consigliere comunale Francesco Comotto.

Francesco Comotto di Viviamo ivrea candidato alle Primarie del Centrosinistra

Fiorella Pacetti consigliere comunale del Pd e dirigente medico all'ospedale di Ivrea

Matteo Chiantore candidato a sindaco per il Pd

Il sindaco Stefano Sertoli

Il presidente del consiglio Diego Borla (Partito Liberale italiano)

Ognuno a Ivrea, a Carnevale, va dove lo porta il cuore. Il presidente del consiglio Diego Borla per esempio, anzichè tirare arance preferisce salire su un cavallo bianco  e indossare la divisa del “primo battaglione” del Reggimento provinciale di Ivrea (anno 1796). Per tre giorni si sente un Principe. 

Sveglia! 

Giù dalle brande! 

La festa è finita! 

Resta la magia, impregnata nelle strade, nei volti, nei cuori di tutti coloro che possono dire: “io c’ero”.

Il primo a sinistra è Fabrizio Dulla, consigliere comunale del Pd

Davide Casaleggio ex dei Cinquestelle

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