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Il caso

“Prima il cibo, poi il fotovoltaico”, l’appello di Coldiretti alla Regione

Coldiretti Torino, spinta dall’esigenza di non perdere altro suolo agricolo, ha lanciato una petizione a 312 sindaci dei Comuni della Città Metropolitana

Sul fronte agricolo, in questi giorni, è mobilitazione generale. Coldiretti Torino, spinta dall’esigenza di non perdere altro suolo agricolo, ha lanciato una petizione a 312 sindaci dei Comuni della Città Metropolitana per escludere dai progetti di fotovoltaico tutti i terreni che danno produzioni agricole. Sul fronte del chivassese, Franco Martini, Presidente di Coldiretti Chivasso, in un video che sta facendo il giro del net, è sceso letteralmente in campo per spiegare la posizione degli agricoltori.

L’appezzamento agricolo di Betlemme
Entrando in dettaglio, il primo terreno del chivassese per cui è stata fatta richiesta di autorizzazione all’installazione di un impianto agrifotovoltaico si trova a Betlemme, frazione di Chivasso, in via Cascina Ebreo, accanto a via 3 Marzo. Si tratta di un appezzamento di terreno di oltre 10 ettari su cui la società ‘Flynis Pv 14 srl’ di Milano, che ha presentato un progetto alla Città Metropolitana di Torino, vorrebbe installare un impianto agrifotovoltaico di potenza di picco pari a 5442,7 kWp.

Le ragioni del ‘no’ di Coldiretti Chivasso
Sentito sull’argomento, il presidente di Coldiretti Chivasso ha riportato le ragioni del ‘no’ all’agrifotovoltaico: “Il campo di cui stiamo parlando attualmente è coltivato a mais da un conduttore locale, ma i proprietari sono di Torino. Si tratta di oltre 10 ettari, ossia di oltre 100.000 metri quadri di terreno irrigati da ben due consorzi irrigui. Qui vi è un’azienda agricola che fa un accorpamento molto importante: uno dei più grossi che vi è nel Comune di Chivasso. Proprio su questi terreni è previsto un impianto agrifotovoltaico.  In un momento di forte crisi alimentare – ha messo in evidenza Martini - il suolo dev’essere conservato e ben curato per produrre cibo, bene alimentari. Siamo quindi categoricamente contrari al sottrarre terreno alle coltivazioni”, ha concluso il presidente.
 
“Non togliamo il cibo alle future generazioni”
Quello degli agricoltori di Coldiretti però non è un ‘no’ assoluto al fotovoltaico, come ha precisato il presidente di Coldiretti: “Siamo certamente a favore del fotovoltaico, ma quello installato sui tetti delle nostre stalle, delle nostre strutture. Siamo ben disposti a dare una mano per la produzione di energia pulita, ma non a togliere il cibo alle prossime generazioni, perché è di questo che si tratta…”, ha sottolineato infine Martini.

Prima il cibo, poi il fotovoltaico

La petizione alla Regione Piemonte
Il presidente ha fatto inoltre sapere che Coldiretti Torino ha messo in piedi una petizione che stiamo proponendo a tutti i comuni, presidenti del consiglio comunale ed ai sindaci del Canavese. Questa petizione – ha proseguito Martini – verrà mandata direttamente alla Regione Piemonte. Il nostro intento è quello di far definire tutti i terreni agricoli produttivi non idonei al fotovoltaico.
 
Che cosa chiede Coldiretti
“Noi chiediamo che, al momento della ridefinizione delle aree idonee al fotovoltaico, che avverrà credo a fine anno, la Regione escluda tutti i terreni di produzioni agricola da questo tipo di progettualità. Quindi – ha continuato a spiegare Martini - non solo quelli di prima e seconda classe non idonei, ma anche quelli delle classi successive!”. Le parole di Coldiretti Chivasso, esplicitate e riportate per bocca del presidente Martini non lasciano alcun dubbio: Prima produciamo il cibo e poi mettiamo il fotovoltaico! Questa è la nostra posizione come Coldiretti: siamo contro sia all’agrivoltaico sia al fotovoltaico sui suoli agricoli”.
 
Ma che cos’è l’agrifotovoltaico
A spiegarlo è stato lo stesso Martini: “L’agrifotovoltaico combina la produzione agricola insieme a quella fotovoltaica; in pratica il terreno deve continuare a dare sia un reddito agricolo per l’allevamento e la coltivazione del suolo, sia per la produzione di energia, nelle percentuali stabilite dalla legge. L’impianto del fotovoltaico è un po’ come un frutteto in questo caso una sorta di filari su tutti i 10 ettari, che sono tanti: ogni ettaro sono più di 10.000 metri quadrati”, ha concluso il presidente di Coldiretti Chivasso.

Installazione di pannelli fotovoltaici
 
La corrente ed i lavori infrastrutturali
In merito alla corrente prodotta Franco Martini ha commentato: “Vi sarà una cabina interna e poi andranno ad allacciarsi fino a quella di Chivasso, nella zona dove vi è, tanto per dare un’indicazione, la piscina comunale. In pratica da Betlemme dovrebbe partire tutto un sistema di cablaggio sotterraneo, che comporterebbe quindi fare degli scavi, passando sotto la ferrovia Torino-Milano per proseguire oltre, fino al punto a , zona piscina. A questo proposito – ha fatto sapere il presidente di Coldiretti Chivasso – Claudio Castello, il sindaco di Chivasso, ha già provveduto a firmare la petizione.
 
 
 

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