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CIRIE. Regolamento tutela animali, scontro surreale tra i consiglieri

CIRIE. Regolamento tutela animali, scontro surreale tra i consiglieri

Dromedari in casa, maialini tristi alle sagre, galline in brodo, grigliate di cagnolini, vacche in alpeggio con l’ombrello per ripararsi dalla pioggia. Il tutto con la consapevolezza, made in Domenica Calza, che “chi non ama gli animali, è proprio una brutta persona!”.

Ecco un sunto della surreale discussione che si è tenuta giovedì sera in Commissione Ambiente. Tema all’ordine del giorno, formalmente, il Regolamento per la tutela e il benessere degli animali. In realtà, una gara a chi la sparava più grossa.

E benché dalle prime battute si potesse pensare che si sarebbe trattato di una discussione come le altre, pacata fintanto da essere quasi noiosa, c’è voluto ben poco a partire per la tangente…

Il regolamento - ha cominciato il presidente di commissione, Mauro Aglietto - è frutto del confronto tra l’Amministrazione, i funzionari del Comune, l’AslTo4 e le associazioni animaliste”. E fin qui tutto bene. “L’obiettivo - ha annunciato l’assessore Alessandro Pugliesi - è normare i comportamenti relativi agli animali d’affezione, non solo a livello di controllo e repressione ma anche a livello culturale. Questo regolamento, insomma, indica norme di buon comportamento”. Tutto giusto, diciamocelo. Poi, però, la discussione si è concentrata su alcuni aspetti. Di qui, il caos.

Il primo aspetto: quali sono gli animali d’affezione? “E se decidessi di tenere un dromedario in casa per motivi di affetto? - ha chiesto il consigliere M5S, Franco Silvestro -. E invece la gallina, quando non fa più le uova, posso metterla nel brodo? Tecnicamente potrebbe essere maltrattamento, anche se è molto buona”. Silvestro, a meno che non scelga la via vegetariana, può stare tranquillo. Il tecnico del Comune, infatti, ha spiegato sorridente che “tendenzialmente gli animali da reddito si potranno ancora mangiare”. E buon appetito!

La discussione si è poi spostata sulla scelta di animali vivi utilizzati come premi a sagre, fiere ed eventi. Con il pensiero di tutti alla Festa Patronale di Devesi, dove ogni anno prende il via la “stima del maiale”. Chi indovina il peso, insomma, lo vince, se lo porta a casa e ne fa quel che vuole.  Il regolamento, in questo caso, vieterebbe il “gioco”, con buona pace dei devesini… “Preferirei - ha detto Calza - la stima del cesto di frutta”. Secondo Aglietto, invece, andrebbero bene anche “i salami già fatti”. Severo ma giusto.

Tra passare la giornata in gabbia in porcilaia o alla fiera, non cambia molto al maialino, anzi - ha risposto, contrariato, Davide D’Agostino -. Ho sempre visto trattare bene il maialino. Non si tratta, peraltro, di una mercificazione dell’essere vivente, perché il destino del maiale è sempre quello di finire in tavola”. Insomma un conto è la stima del cane, ad esempio, tutt’altro la stima del maialino. Una distinzione che Calza e Silvestro hanno contestato. “Eppure - ha sottolineato sarcastico D’Agostino - se faccio una grigliata di cagnolino m’arrestano, di maiale no”. Come dire, la differenza parrebbe evidente. Ma non lo è per tutti.

Tra gli altri temi in discussione, l’articolo 7 comma 8 del Regolamento che vieta l’utilizzo di animali per il pubblico divertimento. Ad esempio, le lotte tra gli animali non si possono organizzare, in qualunque forma. Insomma, se un testo del genere venisse approvato a Cantoira, per esempio, i valligiani dovrebbero dire addio alla “Battaglia delle Regine”, annuale confronto tra le migliori bovine delle Valli di Lanzo. Il che è tutto dire. “Fa parte della nostra tradizione” ha ribadito D’Agostino. E Federico Ferrara, Pd, gli ha teso la mano: “Cerchiamo di non mettere troppe limitazioni”. Niente da fare. Perché poi il dibattito si è spostato sulle fiere, e Calza ha ribadito la sua visione da fervente animalista. “Fosse per me - ha detto - non dovremmo neanche portare gli animali in piazza alla fiera di San Martino. Esporre gli animali per tante ore alla pioggia e al freddo non ha senso”.  Nell’ilarità generale, la risposta di D’Agostino: “Già, perché in alpeggio hanno l’ombrello”, e pure quella di Ferrara: “A questo punto inseriamo nel regolamento che dobbiamo diventare tutti vegetariani”.

Nessun veto invece per i cavalli al Palio dei Borghi, perché la normativa non prevede limitazioni in tal senso e il servizio veterinario è d’accordo sul fatto che far correre i cavalli in ambito sportivo, e farli sfilare in corteo per il paese, non sia da considerare maltrattamento. E tutti a tirare un sospiro di sollievo…

E poi? E poi s’è parlato dalla possibilità di portare gli animali - i cani, specificatamente - all’interno di uffici e pubblici esercizi come i bar. Secondo Calza e Silvestro, spalla contro spalla durante tutta la commissione, non esisterebbero motivi - se non gravi, quali la salute - per vietare l’accesso agli animali nei negozi e nei bar. “Quindi se io voglio aprire un luogo per chi non ama gli animali non posso?” ha chiesto sarcastico D’Agostino. “Chi non ama gli animali - ha risposto Calza - è una brutta persona”. E proprio a quel punto il navigato Pugliesi, che ha capito che ormai la discussione era quel che era, ha fatto che far chiudere la seduta. “La questione è complicata, non solo politica ma anche di sensibilità personale - l’ha fatta breve -. Riaggiorniamo la seduta, cerchiamo magari di lasciare il testo il più generico possibile”. E poi tutti a cena, ognuno a casa propria. Chi con una bella  bistecca di maiale nel piatto, chi rigorosamente con l’insalatona.

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