Ancora una fantastica impresa di Francesco Molinari. L’azzurro ha vinto il prestigioso Arnold Palmer Invitational con 276 (69 70 73 64, -12) colpi rimontando nel giro finale dalla 17ª posizione con uno straordinario 64 (-8, otto birdie), miglior score parziale in assoluto del torneo. Sul percorso del Bay Hill Club & Lodge (par 72) di Orlando in Florida, nel torneo dedicato al grande campione scomparso nel 2016, Molinari ha firmato il suo secondo titolo sul circuito, dopo quello nel Quicken Loans National (2018), superando l’inglese Matthew Fitzpatrick, leader dopo tre turni e secondo con 278 (-10), il suo connazionale Tommy Fleetwood, lo spagnolo Rafa Cabrera Bello e il coreano Sungjae Im, terzi con 279 (-9). Ha ceduto Rory McIlroy, che difendeva il titolo, da secondo a sesto con 280 (-8), e non sono stati mai in partita Hideki Matsuyama, 33° con 286 (-2), Rickie Fowler, 40° con 287 (-1), Bryson DeChambeau, 46° con 288 (par), e Justin Rose, 63° con 293 (+5), al rientro alle gare e che ha mancato la chance di tornare numero uno mondiale. Le dichiarazioni – “Non ci sono state particolari strategie – ha detto Molinari, che ha dedicato il successo alla moglie Valentina – o piani di gioco. Ieri mi sono reso conto che i green sarebbero diventati duri e veloci e che ci sarebbe voluto un putter caldo come quello che ho avuto io oggi. Ieri avevo accusato delle difficoltà, ma ero comunque riuscito a darmi delle opportunità e a non rimanere troppo indietro, ma mai avrei pensato di poter effettuare un giro simile. No, non sono in grado di indicare qualche parte del mio gioco che mi dia la possibilità di poter ottenere score così bassi: credo sia solo il frutto del gran lavoro fatto in inverno, sia sull’aspetto tecnico, che su quello mentale”. Settimo nella classifica mondiale – Con questo risultato Molinari è salito dal decimo al settimo posto (punti 6,71) nel World Ranking, dove è rimasto al vertice Dustin Johnson (p. 9,77) davanti a Rose (p. 9,55) e a Brooks Koepka (p. 8,709. Nella FedEx Cup si è portato dalla 151ª alla 20ª piazza e ha ricevuto un assegno di 1.638.000 dollari su un montepremi di 9.100.000 dollari. Capolavoro e curiosità – La vittoria di Molinari, al 132° evento sul circuito, è nata soprattutto sul green, anche se il gioco è stato comunque impeccabile in ogni parte del campo. Ha praticamente imbucato tutto, da fuori green, da qualsiasi distanza e con un capolavoro alla buca 18 quando ha messo a segno un incredibile putt, il più lungo del torneo, con cui ha tolto ogni speranza i suoi avversari più vicini, anche se avevano ancora alcune buche davanti, tanto da dover attendere oltre 100 minuti in club house prima che si completassero gli arrivi. Da ricordare la “hole in one” del primo giro quando ha centrato direttamente dal tee la buca 7 (par 3, yard 203) utilizzando un ferro 4. Da rilevare anche come il Bay Hill gli sia particolarmente congeniale: in sette apparizioni, oltre al titolo, ha ottenuto tre top ten ed è andato sempre a premio con un “meno 51” totale nei 28 giri. Ottavo titolo con un major – E’ l’ottavo successo in carriera del 36enne torinese nel cui palmares figurano un major (Open Championship, 2018), oltre ai due titoli citati e a cinque successi sull’European Tour, al netto del major. Inoltre lo scorso anno è stato il trascinatore della squadra europea nella vittoriosa Ryder Cup e ha fatto sua la Race to Dubai, primo italiano nella storia. Si è imposto in quattro delle 17 gare disputate negli ultimi nove mesi.
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