Alla kermesse prettamente commerciale fa da contraltare un evento di grande valore evocativo
La Fera Dij Coj è senza alcun dubbio il momento solenne in cui tutti, ma proprio tutti i settimesi, si ritrovano a passeggiare per le vie del centro uno accanto all’altro, celebrando idealmente il duplice significato che l’evento ha assunto nel corso dei secoli. Da una parte, si partecipa infatti ad una kermesse di carattere commerciale, tra banchi e negozi capaci di regalare a tutti un percorso espositivo in grado di collocarsi in una posizione assai importante all’interno del sistema fieristico regionale. Dall’altra, invece, oltre a sbirciare, assaggiare, toccare e comprare, tutti coloro che partecipano all’appuntamento è un po’ come se passeggiassero tra le pieghe della storia, del passato, della tradizione di una fiera di grande valore evocativo. Incontrarsi tra i colori e i profumi delle decine di varietà di “coj”, è infatti il modo migliore per andare alle radici della città, per farsi un’idea di tradizioni e usi tornati alla ribalta grazie al grande lavoro del Centro?Studi Settimesi, guidato da Francesco?Bessone. Attraverso un mosaico storico nitido e ben assemblato, la Fera è stata capace di proporsi con successo anche alle nuove generazioni, dando vita ad un viaggio ideale che da tempi lontani è sempre in grado di condurre tutti, settimesi e non, all’attualità. Insomma, tra le vie sempre più affollate di una città che ogni anno, in occasione dell’appuntamento, vede transitare tra le sue mura svariate migliaia di persone, si assiste all’incontro tra il passato e presente. Un abbraccio che si rinnova nel segno della tradizione, con uno sguardo sempre rivolto al futuro. Un momento da cogliere in tutte le sue sfumature, a cominciare, ad esempio, dalla Vecchia fattoria, dove grandi e piccini possono entrare a contatto con animali da stalla e da cortile, prodotti tipici della tradizione e laboratori di manualità. Qui i bambini potranno inoltre assaporare la fiera in un percorso speciale caratterizzato dal gioco, conoscendo alcuni degli antichi mestieri, passeggiando con i cavalli e imparando l’arte di fare l’orto. Il tutto, nel segno di quell’alimento nobile, facile da cucinare, appetitoso nelle sue svariate declinazioni tra i fornelli, tonificante e sano, quale è il cavolo, vera icona e grande protagonista dell’evento. Simbolo della semplicità contadina e della genialità della natura, è anche portatore di speranza e rinascita. Speranza e rinascita di valori, ma anche di rilancio commerciale, industriale e, perché no, culturale dell’intera città. E allora, anche quest’anno la Fera dij Còj rappresenterà innazitutto un momento simbolico da onorare nel migliore dei modi, con passione e partecipazione, godendo del come sempre vasto programma di eventi messo in piedi dalla Pro Loco. Un palinsesto adatto a tutti gusti, con percorsi espostivi, stand, banchi, giochi, appuntamenti e attività in grado di far rivivere ed esaltare i profumi e i sapori d’un tempo lontano. Radici da cui attingere linfa e ispirazione per guardare al futuro con speranza e rinnovato entusiasmo.
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