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01 Agosto 2015 - 18:40
Umberto Eco
Umberto Eco accetta per un giorno di vestire i panni dell' "ambasciatore". Lo fa sedendosi accanto al ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, per parlare a nome dell'Italia ai ministri della Cultura riuniti a Expo per una Conferenza Internazionale a suo modo inedita. Non era mai successo, infatti, che un numero così alto di delegazioni straniere si riunissero in nome del patrimonio culturale mondiale. E' per l'importanza del tema che Umberto Eco ha accettato e il ministero ha invitato lui perché l'intellettuale italiano forse più conosciuto al mondo ("Il nome della Rosa" è stato tradotto in 47 Paesi). "La conoscenza non elimina l'odio e la diffidenza per chi è diverso da noi - ha detto Eco - e non dobbiamo fingerci anime belle e pensare che con il contatto culturale si possano salvare i bambini che muoiono di fame in Africa". Nello stesso tempo, però, la cultura, intesa come "conoscenza", è "davvero" l'unico strumento di dialogo universale. Eco (riferendosi all'ex ministro Tremonti) ha ricordato "quel politico italiano che anni fa disse che 'Con la cultura non si mangia'". Si sbagliava, "perché per molte nazioni i beni culturali costituiscono oggi un incremento per l'economia. E non è una questione solo economica: la cultura è fondamentale per la comprensione reciproca in un mondo in cui le diverse culture vivono in continuo contatto". Se c'è una dimensione che può "davvero" tradursi in strumento di dialogo, quella è la dimensione culturale. Lo insegna la storia, nei secoli dei secoli: "la conoscenza è la salvezza". Per Eco, "conoscenza" in questo specifico contesto significa "la conoscenza reciproca dei rispettivi patrimoni culturali". "Molti terroristi che oggi criticano l'Occidente sono cresciuti proprio all'interno dell'Occidente". Ma non "conoscono". "C'è da chiedersi se ai fanatici che oggi metterebbero una bomba nelle navate della cattedrale di Notre Dame a Parigi sia stata data la possibilità di guardare veramente Notre Dame, di capire cosa rappresentava, o se invece siano stati costretti semplicemente a passargli davanti e a vederla come simbolo di una società che li confinava a vivere in una bidonville - ha detto Eco -. La cultura è fondamentale per la comprensione reciproca". In questo senso "il patrimonio culturale può costituire uno degli elementi di salvezza". "E voi ministri - ha concluso - siete i protagonisti della mutua comprensione tra i popoli. Anche quando promuovete i beni culturali dei vostri Paesi, state lavorando per il bene di tutti.
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