Il Comitato Festeggiamenti San Rocco di Orio presenta la 39esima edizione della festa del Cantun in onore del Santo Patrono. Come ogni anno gli organizzatori capitanati dal loro presidente, l’instancabile Cavalier Gaudenzio Ponzetti, hanno preparato un ricco programma che si sviluppa da giovedì 14 a domenica 17 agosto. “Anche quest’anno - presenta la manifestazione Ponzetti - noi del comitato abbiamo voluto organizzare la festa con delle eccellenti orchestre. Abbiamo ripreso il radino di auto e moto d’epoca, organizzato grazie all’impegno di Alex e Luca del garage 88 di Orio”. Il presidente Gaudenzio Ponzetti ha voluto dunque ringraziare tutti i volontari che si sono impegnati per l’organizzazione. Un grazie particolare ai giovani Carlotta, Ilaria e Fabio, ma senza dimenticare Gianluca, Risy, Enzo, Gianni e Aldo. Un grazie dal patron anche a Mario ed Angelo, rispettivamente tesoriere e cassiere del Comitato, che come sempre cercano di ridurre al minimo le spese senza ricadute sui festeggiamenti.
UNA FESTA DEDICATA ALLA CHIESA DI SAN ROCCO. UN PO’ DI STORIA
La chiesa di San Rocco è una costruzione di eleganti linee tardobarocche, cui si aggiungono elementi architettonici ottocenteschi dovuti a successivi interventi edilizi. Essa presenta una pianta ad aula absidata, con due cappelle laterali dotate di altari in muratura e stucco; è orientata con la facciata rivolta a nord e con l’asse longitudinale da nord a sud. Al momento non è stata reperita documentazione di alcun genere che renda possibile una datazione certa della fondazione della chiesa. Sullo stesso sito, in precedenza, doveva trovarsi una cappella, sempre dedicata a San Rocco, nominata e descritta in una visita pastorale di Monsignor Ottavio Asinai nel giugno del 1652. L’autore Bortolotti, in Passeggiate nel canavese, indica la data di consacrazione, 1883, senza tuttavia indicare le fonti di tale notizia. Di notevole interesse è la facciata laterizia, divisa in due ordini architettonici, con cornice sommatale mossa e sormontata da pignatte maiolicate,molto probabilmente provenienti da Castellamonte; essa, nell’ordine inferiore, è ritmata da lesene e dalle colonne laterizie predette che segnano l’ingresso, sul quale è posto il timpano modanato. Qui sono ancora leggibili il San Giovannino e San Carlo Borromeo, oggetto di recenti “restauri” approssimativi. Il portale di ingresso, di gusto barocco, è dotato di pannelli lignei scolpiti di buona fattura. All’interno lo spazio è caratterizzato da volumi ritmati ad lesene dipinte a finto marmo e da ampie aperture laterali, che dosano in modo equilibrato la luce, elemento caratterizzante l’architettura barocca. Le lesene predette, anch’esse oggetto di più rifacimenti recenti molto diversi tra loro, sono state restaurate seguendo i disegni di quelle ritenute più antiche; analisi stratigrafiche condotte su di esse hanno fatto emergere al di sotto della superficie dipinta una finitura molto liscia, facendo supporre che vi fosse l’intenzione di realizzarle in stucco imitante il marmo. Le due pale da altare su tela che li adornano raffigurano il “Trapasso di San Giuseppe” e “San Grato”. Il pavimento è stato rifatto nei primi anni del dopoguerra con mattonelle di cotto.
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