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28 Giugno 2017 - 10:56
Come gli alimenti, i prodotti tessili sono continuamente a contatto con il nostro corpo e possono essere responsabili di forme di allergia anche molto gravi quando vengono realizzati senza rispettare le regole vigenti nei paesi dell’Unione europea, certamente tra le più restrittive al mondo a tutela della salute del consumatore e della qualità delle lavorazioni. Quando si compera un abito o un tessuto per la casa occorre, dunque, fare molta attenzione alla provenienza del prodotto e leggere con attenzione l’etichetta di composizione fibrosa che deve essere cucita al capo stesso e che è in grado di comunicarci la qualità delle materie utilizzate che garantiscono anche il comfort di vestibilità e il piacere del contatto con la nostra pelle.
Per una maggiore tutela del consumatore, in Italia è attiva l’Associazione Tessile e Salute che aggrega tutti i soggetti che a livello nazionale sono interessati allo sviluppo del settore tessile con la finalità di tutelare la salute del consumatore e le filiere del made in Italy. Tra questi soggetti vi è naturalmente anche CNA Federmoda che nel 2001 favorì la costituzione dell’Associazione. Tessile e Salute è referente tecnico, per quanto riguarda la eco-tossicologia e la sostenibilità, per il settore tessile-abbigliamento di: Ministero della Salute, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dell’Ambiente, Istituto Superiore di Sanità, Istituto Commercio Estero, Camera Nazionale della Moda Italiana. L’Associazione, in qualità di terminale tecnico del Ministero della Salute, dei Nas e delle Procure della Repubblica, attua il controllo degli articoli in circolazione sul mercato che abbiano determinato un qualche problema. Dalle analisi e dagli studi condotti a livello nazionale emergono alcuni problemi per i consumatori: il 7-8% delle patologie dermatologiche riscontrate in Italia è dovuto a ciò che indossiamo; nel 100% dei casi in cui è stato possibile individuare i capi causa di patologie si è trattato di prodotti di importazione; un numero elevato di prodotti tessili importati presenta un’etichetta di composizione fibrosa sbagliata.
Il made in Italy è dunque anche questo: una manifattura responsabile che rispetta il lavoro, rispetta l’ambiente e rispetta la salute dei consumatori.
Per questo, nell’aprile 2016 CNA Federmoda e il Ministero dell’Istruzione hanno siglato il Protocollo d’intesa “Consumo e diritti: sensibilizzare i giovani verso un consumo consapevole” che ha portato alla nascita di una guida al consumo consapevole che rappresenterà il fil rouge che accomunerò le performance in passerella degli undici stilisti associati che hanno aderito con il supporto di CNA alla seconda edizione della Torino Fashion Week che si terrà ai Murazzi di Torino (Magazzini Devalle) da oggi al 3 luglio (Alessandra Marchiandi, Daniela Bosco, Elena Imberti, Elizaveta Velikanova, Enrico Giunta e Federico Chirico, Francesca Diletta Squassabia, Olesea Ionita, Patrizia Guccione, Regina Guasco, Roberto Novarese).
La guida sarà poi presentata, a partire da settembre, in tutte le scuole d’Italia. Una moda elegante e indipendente, bella e sana, promossa anche attraverso il marchio collettivo ideato da CNA Federmoda Slow fashion che identifica e protegge il vero made in Italy, rigorosamente 100% Italia.
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