E' una 'Carmen' intrisa di napoletanità, ma soprattutto uno spettacolo contemporaneo che celebra la femminilità, anche quella più 'estrema', difendendola dagli attacchi che le vengono fatte da sempre e che possono diventare, ancora oggi, assassini, quella portata in scena da Mario Martone in anteprima stasera a Torino, al Teatro Carignano. Lo spettacolo si è aperto con un minuto di silenzio in memoria di Luca Ronconi, che dello Stabile è stato direttore e grande amico. Dopo che nell'atrio era stato distribuito un pieghevole con il ricordo personale di Martone e diverse foto di scena dei tanti spettacoli che il grande regista creò a Torino. Poi il pubblico è stato trasportato da Martone e dalla musica dal vivo dell'Orchestra di Piazza Vittorio diretta da un altro partenopeo, Mario Tronco, nella storia di una Carmen calata in una Napoli di epoca indefinita, non lontana dai giorni nostri. Protagonisti una Iaia Forte attrice, cantante, ballerina e un ottimo Roberto De Francesco nel ruolo di Cosè. Il testo e le parole di Merimee sono state reinventate da Enzo Moscato, mentre la musica di Bizet è stata trasfigurata da Mario Tronco e dalla sua Orchestra di Piazza Vittorio, nota a livello internazionale, voce profonda di un sentire musicale capace di mettere insieme più generi, sonorità vecchie e nuove, strumenti sconosciuti e musicisti di ogni dove. Una formazione perfetta per il lavoro che aveva in mente Martone, ovvero una miscellanea di timbri e melodie, dalla canzone napoletana alla musica gitana, dalla lirica alla canzone di tradizione araba. Un colorito caleidoscopio mediterraneo con belle idee in scena, quinte che si muovono sapienti creando le ambientazioni dell'appassionata e tragica storia della gitana che faceva innamorare gli uomini spudoratamente. Appena appare in scena Camen/Iaia Forte spiega di essere una delle tante donne della storia che la gente non sa se considerare puttana o meno. Mentre alla fine, per mettere le cose in chiaro, grida la sua voglia e il suo diritto alla libertà. Anche a rischio di morte. Ma la Carmen di Martone, alla fine non muore. Una scelta di regia che sembra di denuncia nei confronti dei tanti e odiosi casi di femminicidio di cui è piena la storia e sono pieni i nostri giornali. Ad applaudire convinti, nelle prime fila anche il sindaco Piero Fassino, Arturo Brachetti, Alessandro Baricco, Luciana Littizzetto e Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretaria ai beni Culturali. Lo spettacolo, coprodotto con il Teatro di Roma e sostenuto da Cariparma, resterà a Torino fino al 15 marzo per poi approdare all' Argentina di Roma.
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