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SETTIMO TORINESE
23 Maggio 2024 - 23:34
Elena Ruzza racconta le stragi d’Italia con “Io so”
Elena Ruzza, reduce dai successi della “Forza Nascosta”, ha raccontato nella prima nazionale di sabato 18 maggio, al teatro Garybaldi (via Partigiani 4), un periodo storico che ha funestato l’Italia, quello delle stragi tra il 1965 e il 1980.
“Io So” è il titolo di questa che la Ruzza chiama tesi, prendendo spunto da un testo di Pier Paolo Pasolini, “Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974. Io so - scriveva l’intellettuale ucciso nel 1975 - . Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi”.
Era l’epoca degli attentati dinamitardi: la strage di piazza Fontana, dove fu frettolosamente e ingiustamente accusato come presunto autore l’anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato dalla finestra del quarto piano della Questura di Milano dopo essere stato spinto, secondo una testimonianza audio riprodotta in sala, e la bomba in piazza Della Loggia a Brescia, il 28 maggio 1974.
E poi gli attentati sui treni, il terrore provocato da forze oscure individuate nell’estrema destra eversiva nel tentativo di destabilizzare il sistema, addossando le responsabilità al comunismo e ai gruppi anarchici. Tentativi criminali, secondo la tesi portata in scena, per preparare il terreno ad un golpe, militare o “bianco”, fortunatamente mai avvenuto.
Elena Ruzza sul palco rappresenta Aida, come il titolo della canzone di denuncia poetica del compianto e indimenticabile cantautore Rino Gaetano.
E in questo che Manlio Milani, il presidente dell’associazione familiari vittime di piazza della Loggia, ha definito “incontro” e non spettacolo, l’attrice settimese ha messo anima, cuore e mestiere d’attrice per far luce su un periodo controverso e ancora oggi denso di interrogativi, quello in cui l’Italia rischiò di perdere il bandolo della democrazia.
Questo “incontro” parte da un progetto dal titolo “Sotto i fanali l’oscurità – inchiesta sulla strategia della tensione” ed è destinato a diventare un pezzo “forte” e di impegno sociale dell’attrice settimese, bravissima a raccontare al pubblico la sua tesi con parole e interviste registrate, distillando brani d’antologia del giornalismo.
Elena Ruzza riporta in vita i nomi dei protagonisti dell’epoca grazie al testo di Davide Rigallo, realizzato con la collaborazione di Stefania Barzon psicologa e psicoterapeuta. Completano il gruppo di lavoro di “Io So” Matteo Cantamessa (contenuti digitali), Claudio Geymonat (giornalista, coordinatore Riforma.it, giornale della Chiesa Valdese) e Gian Mario Gillio giornalista, portavoce di Articolo 21 Piemonte. In chiusura, dopo il sipario, c’è da registrare ancora l’abbraccio finale tra l’attrice e la sindaca Elena Piastra.
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