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Settimo Torinese

L’Ecomuseo adesso c’è grazie anche all’impegno del Gres

L’associazione nacque per raccogliere gli oggetti della memoria in tutta la città

Ecomuseo del Freidano

Ecomuseo del Freidano

LEcomuseo del Freidano ha compiuto 20 anni ed è diventato sede legale degli ecomusei del Piemonte. Un bel traguardo per l’amministrazione della sindaca Piastra. Ma non tutti sanno che è un’idea nata sulle pagine di un giornale locale. Costruito con i mattoni delle fornaci settimesi della Moglia, a fine Ottocento, il Mulino Nuovo è stato dimenticato per diversi anni finché Paolo Silvetti non scrisse un articolo sul settimanale “La Nuova”, nel 1994.

Paolo Silvetti premiato dall’ex sindaco Aldo Corgiat

All’epoca curava una rubrica sui musei della nostra regione e  lanciò con una morbida provocazione, il classico sasso nello stagno. Anzi: un sasso nel rio Freidano. Titolo dell’articolo: Il Museo che non c’è. “Settimo - scriveva Paolo Silvetti - non  ha neanche un museo per celebrare le sue eccellenze mondiali, come la penna”.

A quell’epoca, il compianto Piero Aragno, classe 1928, era un ultrasessantenne battagliero: diede una sfogliata alla guida telefonica, alzò la cornetta e chiamò quel giovane di 30 anni appassionato di storia locale.

La comune passione per le tradizioni locali e l’amore per la propria città fece nascere tra di noi un sodalizio destinato a durare nel tempo e a dare i suoi frutti

La comune passione per le tradizioni locali e l’amore per la propria città fece nascere tra di noi un sodalizio destinato a durare nel tempo e a dare i suoi frutti. - ha scritto Silvetti su La Voce per ricordare Piero Aragno - Nacque così il Comitato Promotore per il Museo Etnografico destinato a diventare nel 1997 un’associazione legalmente riconosciuta con il nome di GRES, Gruppo Ricerche Etnografiche Settimesi. Grazie alla sua rete di conoscenze personali, fu possibile recuperare dalle case dei settimesi oggetti e testimonianze che poi trovarono collocazione definitiva nel Museo Etnografico del Mulino Nuovo nel 2002”.

Il Gres era composto da una ventina di soci, impegnati nella ricerca di reperti di cultura materiale da custodire e da difendere. L’idea fu subito sostenuta dal sindaco Giovanni Ossola e dal presidente del Consiglio comunale, Silverio Benedetto. Il consiglio comunale approvò all’unanimità l’idea di salvare gli oggetti e, soprattutto, le memorie all’interno del Mulino Nuovo, diventato poi Ecomuseo del Freidano. Al primo piano, oggi, si possono ancora ascoltare attraverso i monitor le parole dei “nonni” dell’epoca, ormai deceduti, e ammirare attrezzi di mestieri ormai scomparsi. Pezzi rari che oggi sarebbero introvabili. 

Il gruppo dei soci del Gres. Molti di loro sono i fondatori del Gruppo Ricerche Etnografiche Settimesi

Settimo adesso può dire di avere un luogo in cui custodisce il cuore del passato, ma non è stato semplice farlo battere. Per questo almeno nelle celebrazioni ufficiali, la passione, l’impegno e la caparbietà di alcuni settimesi andrebbero premiati.

“In questa importante ricorrenza per il ventesimo anniversario, - dice Silvetti - è mancato, ad eccezione di un breve passaggio, un intervento ufficiale per ricordare l’opera del Gres, un gruppo di persone che ha salvato la memoria della città e dei suoi antichi mestieri tra Ottocento e Novecento. Oggi non sarebbe più possibile farlo. Abbiamo recuperato dalla cittadinanza oltre duemila fotografie d’epoca, scansionate poi ad alta definizione. Io e Aragno abbiamo trascorso serate intere ad ascoltare e a registrare le voci dei settimesi, andando a trovarli nelle loro case e a convincerli a donare i loro ricordi di famiglia alla città. Durante quest’ultima conferenza, ho proposto che questo prezioso patrimonio di immagini potesse essere valorizzato e fruibile dalla cittadinanza”.

Un lavoro immenso, di puro volontariato, che andrebbe premiato con più affetto e attenzione.  “Le ultime mostre, come quella sui Pixel, tenutesi all’Ecomuseo sono state interessanti e sicuramente apprezzate dai più giovani, ma non sono strettamente correlate alla storia locale - puntualizza - . Occorre, a mio avviso, riproporre ciclicamente anche iniziative legate alle radici della città per non dimenticare da dove veniamo”.

Al primo piano si trovano gli oggetti della memoria: penne, lavandai, fornaci, attrezzi da pesca. E una grande imbarcazione ottocentesca a fondo piatto sottratta alla furia del fiume Po in piena.

“L’aveva trovata Luciano Volpatto, fratello del nostro socio Romano - ricorda Silvetti - . Era seppellita. Era il novembre del 1995. Le piogge di quel periodo ne avevano fatto affiorare la punta. Cominciò una lunga operazione di scavo, con pale e mani nude, per dissotterrare quell’imbarcazione sotto la pioggia battente, con il fiume che infuriava. Una gara contro il maltempo in cui si riuscì a tirarla a riva e a metterla al sicuro. Eravamo fradici, stanchi ma gratificati. La barca fu mandata poi a Rimini per il restauro conservativo e poi riportata a Settimo”.

Tra cinquant’anni sarà un reperto di archeologia, inestimabile.

Il Gres ha difeso gli oggetti dall’incuria grazie alla collaborazione di tante persone: furono inizialmente custoditi nei sotterranei della Biblioteca Gasti, con la collaborazione dell’indimenticabile direttore Eugenio Pintore, poi in un magazzino di via Moglia e infine alla cascina Settimo Miglio di Moncalvo. Reperti esposti anche alla Pieve di San Pietro nel novembre 1995 in occasione della mostra “Gli oggetti della Memoria”, prima di confluire negli spazi del Mulino Nuovo restaurato. Un lavoro, intellettuale e fisico, durato quasi dieci anni.

Quando ha esaurito il suo compito l’associazione Gres è stata chiusa, tre anni fa, con un brindisi all’Enoteca La Favorita di via Cavour di proprietà di Renato Franceschin, anche lui socio. Il fondo cassa finì in beneficenza, al “Sorriso di Buba”, per acquistare letti speciali per gli ammalati di tumore. I proventi ricavati dalla vendita dell’ultimo libro scritto da Silvetti, intitolato “Lungo la strada”, invece furono donati per acquistare il mammografo all’ospedale di Settimo.

Ma le pubblicazioni associative dedicate alle memoria settimese sono ben di più: autentici pezzi da collezione, realizzati con gusto, accuratezza e dedizione salvando ricordi e testimonianze dall’inevitabile dispersione.

L’inaugurazione dell’Ecomuseo nel 2002

“Faccio parte della commissione toponomastica e qualche anno fa abbiamo cominciato ad intitolare luoghi, vie o giardini ai settimesi che hanno lasciato un segno nella nostra città - conclude Silvetti. personaggi che andrebbero fatti conoscere anche alle nuove generazioni utilizzando gli spazi ecomuseali con mostre e conferenze sul tema. La memoria va coltivata nel tempo: ho visto che bastano pochi anni per dimenticare le persone che hanno lavorato per generare e consolidare l’identità settimese, sacrificando il proprio tempo libero e le proprie energie”. Cosa non si farebbe per la propria città. A volte, senza nemmeno essere troppo ricambiati. 

Il Gres, Gruppo Ricerche Etnografiche Settimesi, fu fondato da Piero Aragno (presidente), Paolo Silvetti (vicepresidente), Giuseppe Richetti, Riccardo Ponzio, Alberto Crosetto, Daniele Crepaldi, Piero Capriolo, Giovanni Boccardo, Michele Balsamo, Romano Volpatto, Giuseppe Caramellino, Francesco Cena, Teresa Minghetti, Giovanni Ceppi. 

L'Ecomuseo compie 20 anni

Sabato mattina si è svolto un incontro tra i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni che si occupano di studio ed analisi del territorio. L'incontro è stato organizzato dall'Ecomuseo del Freidano per celebrare i suoi 20 anni di apertura degli spazi museali.

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