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Settimo Torinese

Il bonus edilizio “prosciugato” e i disabili sono abbandonati

Il racconto di Osvaldo Toldo, ex giornalista locale, affetto da sclerosi multipla

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Osvaldo Toldo ha scritto alla redazione le sue perplessità per le modalità di utilizzo del bonus edilizio

Osvaldo Toldo ha 59 anni, ed è affetto da sclerosi multipla. Una disabilità che si sta aggravando con il tempo che passa. E’ stato un collaboratore dei settimanali locali per lungo tempo, appassionato di calcio e sport in generale. La sua condizione ha reso necessario intervenire sulla struttura della sua casa per metterla nelle condizioni di poterlo ospitare. “Quest’anno sono riuscito finalmente ad effettuare dei lavori di ristrutturazione nel mio alloggio per l’abbattimento barriere architettoniche - ha scritto Osvaldo Toldo in redazione - . In casa mi muovo in girello e carrozzina e quindi siamo dovuti intervenire per rendere almeno un bagno con doccia accessibile, gli infissi a scorrimento e altri accessori”. 

Pur apprezzando il fatto che fosse stato realizzato dal governo un intervento mirato proprio per queste tipologie di lavori, con il 75% di contributo per abbattimento barriere architettoniche in 5 anni, i conti comunque non tornano.

“Il problema è che noi abbiamo terminato i lavori circa due mesi fa - aggiunge il settimese - anticipando tutte le spese e sperando di poter usufruire della cessione del credite tramite istituto bancario   o postale per poter rientrare almeno di gran parte degli esborsi sostenuti. Io e mia moglie, tra l’altro, siamo entrambi disabili.

Ci siamo trovati però nell’impossibilità di avviare qualsiasi pratica in quanto sia gli istituti bancari che le Poste hanno chiuso i rubinetti da tempo e quindi non ci rimane che, a meno di improbabili riaperture nei prossimi mesi, detrarre in 5 anni dal 730. La questione è ovviamente molto meno vantaggiosa e lunga nel tempo rispetto a quello che avevamo preventivato quando ci siamo decisi ad iniziare i lavori”.

Si parla tanto di attenzione al problema dei disabili e inclusione, ma son soltanto parole “Però poi quando noi malati ci scontriamo con la realtà di tutti i giorni - scrive - ci accorgiamo di essere molto spesso abbandonati a noi stessi.

Queste pratiche relative all’abbattimento barriere architettoniche dovevano essere gestite in maniera diversa e non equiparate al calderone delle ristrutturazioni edilizie, bonus 110 ecc., dove all’inizio è passato di tutto e di più. Così gli istituti bancari e postali si sono trovati ad esaurire subito i crediti d’imposta e tutti ora sono rimasti penalizzati”.

Infine, Osvaldo Toldo punta il dito sulla leggerezza in cui lo Stato non ha pensato alle fasce più deboli, come gli invalidi appunto.

Queste pratiche, proprio perché socialmente indispensabili per permettere ai disabili di non rimanere abbandonati, - conclude - avrebbero dovuto seguire un iter diverso per poter permettere a tutti di non indebitarsi per poter realizzare dei lavori purtroppo non rimandabili nel futuro”.

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