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Settimo Torinese
08 Novembre 2022 - 09:32
Riscaldamento
Il teleriscaldamento nasce a Settimo nell’anno 2000.
Su mandato unitario del Consiglio Comunale, l’Azienda Sviluppo Multiservizi (ASM) investiva nella realizzazione della rete a partire da un accordo di allacciamento del Villaggio FIAT. L’accordo prevedeva la riconversione della centrale di proprietà del Supercondominio FIAT da combustibile BTZ (olio a Basso Tenore di Zolfo) a metano e il rifacimento, a carico di ASM (che ne diventava proprietaria), della rete di distribuzione.
Questo passaggio consentì di allacciare subito alla rete di teleriscaldamento 1.500 famiglie e di eliminare dall’atmosfera cittadina lo smog altamente inquinante generato dalla combustione di 1.600 tonnellate di scarti di lavorazione della raffinazione del petrolio. L’olio combustibile BTZ fu poi dichiarato in tutta Italia e dopo molte proroghe, fuori legge a metà 2017 per gli impianti centralizzati di riscaldamento civile.
A Settimo seguirono poi il quartiere GESCAL (PdZ 1 e 2 di via Einaudi e via Pirandello) e la Legge 25 (le case di edilizia popolare al Borgo Nuovo in via Foglizzo e Corso Piemonte). In pochi anni vennero eliminate le emissioni inquinanti derivate dalla combustione di oltre 3.000 tonnellate annue di olio combustibile e allacciate alla nascente rete cittadina di teleriscaldamento oltre 3.300 abitazioni.
Il salto di qualità avvenne con la realizzazione dell’alimentatore centrale che doveva portare l’acqua calda dalla centrale elettrica di Leinì di proprietà di ACEA Roma, ora passata a ENGIE, che nel 2004 era in corso di costruzione.
Fino a quel momento la rete di teleriscaldamento cittadina era alimentata da acqua calda ad alta temperatura prodotta principalmente da una caldaia di riserva di proprietà di OLON e collocata presso lo stabilimento di via Schiapparelli.
La centrale elettrica di Leini era stata autorizzata dal Ministero per l’Ambiente in concorrenza con analoghe proposte provenienti dal gruppo industriale Lucchini con il riuso dell’area dismessa dall’acciaieria e da Edison con il riuso dell’area già occupata dalla centrale elettrica al servizio dello stabilimento Pirelli. Nell’autorizzazione il Comune di Settimo e la Provincia di Torino (Sindaco Corgiat e Assessore Gamba) riuscirono a far inserire la clausola dell’obbligo alla cogenerazione e di fornitura dell’acqua calda alla rete di teleriscaldamento cittadino (se ricordo bene fino a 75 GWh).
Engie ha dunque un obbligo di cogenerazione ad alto rendimento e di fornitura di acqua surriscaldata per l’alimentazione della rete di teleriscaldamento. L’inosservanza di tale obbligo porterebbe alla chiusura dell’impianto.
Non è certo una cosa che auspichiamo visto che il teleriscaldamento da cogenerazione è considerata tutt’oggi una tecnologia a basso impatto ambientale e ha consentito di migliorare nettamente l’aria che respiriamo.
Tuttavia in tempi di caro energia non è ammissibile che il vapore recuperato dal ciclo di produzione dell’energia elettrica (a tutti gli effetti e per una parte un prodotto di scarto) possa essere venduto con la dinamica dei prezzi del metano sul mercato speculativo.
Le Istituzioni pubbliche (Comune, Regione, Ministero) che hanno autorizzato quella centrale dietro precise condizioni dove stanno?
Il comune di Settimo anziché richiedere immediatamente la convocazione di un tavolo negoziale con Regione e Ministero o, in alternativa, sostenere una associazione di consumatori affinché si faccia carico di una class action a difesa degli interessi dei cittadini di Settimo, si inventa il “bonus”. Con una delibera improvvisata e piena di se e di ma, il Comune approva una convenzione con ENGIE per dare un bonus di 500 euro alle famiglie con Isee sotto i 12 mila Euro che però devono dimostrare di essere in regola con i pagamenti di tutte le bollette arretrate e anche di quelle condominiali. La convenzione dice in sostanza adesso paga, tutto e subito, poi a fine stagione vedremo se ti spetta il bonus.
Era meglio che la Sindaca non chiedesse l’elemosina ma facesse valere i diritti di tutti i suoi cittadini a ricevere le forniture di calore ad un prezzo giusto tenendo conto che quell’acqua surriscaldata per ENGIE è in buona parte un prodotto di scarto che si fa pagare due volte (una volta aumentando le tariffe elettriche e una seconda volta aumentando il prezzo del calore). Senza considerare che ENGIE fa parte del Gruppo francese Gas de France SUEZ da cui, presumo, compri il gas con extra profitti.
A motivazione del bonus si legge in delibera che lo stesso dovrebbe compensare il mancato abbassamento dell’aliquota IVA. Anche in questo caso la Sindaca, anziché andarsene inutilmente in giro per l’Italia, avrebbe già potuto sostenere, chiedendo un incontro al Ministero, le numerose richieste di equiparazione tra gas e teleriscaldamento e inoltre, approfondire i recenti pronunciamenti dell’Agenzia delle Entrate che riconoscono l’aliquota IVA scontata al 5% per il teleriscaldamento proveniente da impianti di cogenerazione ad alto rendimento. Anche in questo caso c’è qualche cosa che non quadra e che andrebbe approfondito, senza scambiare l’aumento delle bollette ai cittadini settimesi con bonus stravaganti o finanziamenti per le luminarie del Comune o altre sponsorizzazioni.
Come sempre resto a disposizione di chi vuole un confronto o semplicemente intende far valere i propri diritti civici.
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