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Ivrea
27 Dicembre 2022 - 10:56
Una mozione che, se approvata (e il "se" e un "se" che fa molto male"), avrebbe impegnato il Sindaco, la Giunta e il Presidente del Consiglio ad organizzare, in tempi certi, l’apertura di uno “sportello stranieri” almeno due mezze giornate alla settimana e ad individuare una persona in grado di lavorare in rete con le altre organizzazioni (Sindacati, CAF, Consorzio In.Re.Te, Coperative, studi legali) che a diverso titolo si occupano delle problematiche degli stranieri residenti nel nostro territorio.
Uno sportello per aiutare gli stranieri presenti in città a rinnovare i documenti di soggiorno, di identità o da indicazioni per il rilascio dei tanti "nulla osta".
Di questo s'è anche parlato durante il consiglio comunale riunitosi la scorsa settimana. Non era la prima volta.
Primi firmatari: Gabriella Colosso del Pd e Massimo Fresc dei cinquestelle.
"Come dice lo statuto - hanno sottolineato i due - la Consulta Stranieri è stata istituita dal Comune d’Ivrea per favorire l’integrazione sociale degli stranieri, promuovere la loro partecipazione alla comunità eporediese, contribuire allo sviluppo dei valori della solidarietà e dello scambio interculturale, formulare proposte da sottoporre all’attenzione della Giunta....".
E invece? Tutto il contrario di tutto. In diverse occasioni la Consulta, in passato, ha sollecitato, nel rispetto dei ruoli istituzionali e con spirito collaborativo e costruttivo, l’Amministrazione a favorire la riorganizzazione di un servizio di informazioni più efficiente. Ci aveva provato, nello scorso mese di febbraio, anche il presidente Lekbir Nekkaz con una lettera al Sindaco a cui aveva risposto l'assessora (della Lega) Giorgia Povolo, in sintesi, "mandandoli a stendere".
L'assessora Giorgia Povolo
In realtà uno Sportello c'è ma si occupa di tutto e di niente senza riuscire a supportare gli stranieri in modo adeguato e professionale.
"In diverse sedute della Consulta - scriveva ormai quasi un anno fa Lekbir Nekkaz - le comunità di cittadini stranieri avevano segnalato e descritto con esempi concreti l’importanza di poter nuovamente usufruire per alcune ore alla settimana di uno sportello specifico al fine di ricevere informazioni e consulenze relative alle loro pratiche, incombenze complicate in quanto legate a una limitata padronanza della lingua italiana e alle prassi burocratiche previste nel nostro paese. La risposta firmata dall’Assessore alle politiche sociali Giorgia Povolo non asseconda neppure una delle proposte di miglioramento del servizio formulate dalla Consulta, un’occasione persa per riaprire il dialogo e accogliere una parte dei piccoli miglioramenti proposti. La deriva presa dall’Amministrazione ci preoccupa perché non favorisce la vita dei cittadini stranieri, non aiuta l’integrazione tra le diverse comunità e rischia di compromettere il rapporto di fiducia necessario tra Giunta e Consulta ...".
Lekbir Nekkaz, presidente della Consulta Stranieri
"L'attuale servizio - hanno incalzato Fresc e Colosso durante l'ultimo consiglio comunale - non riesce a soddisfare le specifiche esigenze e l’alternanza di più persone crea una discontinuità nelle comunicazioni con risposte non adeguate alle diverse esigenze d’aiuto richieste che sono importanti e spesso decisive... I cittadini stranieri si trovano spesso a dover attivare procedure burocratiche e a richiedere informazioni a diverso titolo, queste operazioni sono complicate perché legate alla povertà di relazioni e di conoscenze specifiche dei richiedenti, da una limitata padronanza della lingua italiana e delle complicate prassi burocratiche previste nel nostro paese...".
Nessun dubbio il sindaco Stefano Sertoli. Si è astenuto perchè la giunta non sarebbe in grado di intervenire in tempi certi come chiede la mozione.
"L’ufficio non è stato chiuso di brutto - ha commentato - E' stato spostato presso altri uffici, dove si svolgono altre pratiche. Servono competenze banalmente anche linguistiche. Ci vuole tempo risorse e c’è un problema di organico. Mi prendo l’impegno ma non in questo momento...".
Con il coltello tra i denti, come fa sempre quando all'ordine del giorno ci sono gli stranieri, la leghista Anna Bono. "E' difficile fornire un servizio come quello richiesto" s'è lamentata. "Troppe nazionalità, troppe legislazioni straniere da conoscere - ha aggiunto - Un servizio di 2 o 4 ore richiede personale formato e che si aggiorna... Ma poi, con la Consulta non si era detto che se ne sarebbe dovuta occupare In.rete? Non solo per Ivrea ma per tutto l'eporediese?".
Di tutt'altro avviso Gabriella Colosso non foss'altro che Consorzi socio assistenziali fanno altro e In.rete può dare una mano ma non c'entra un bel cavolo di nulla. Piuttosto è una questione di senso civico e di rispetto dei residenti stranieri.
La consigliera comunale del Pd Gabriella Colosso della Consulta è stata anche Presidente
"No! In Consulta non si è mai detta una cosa così - si è alterata Colosso - Si tratta di prendere una posizione e di dare un servizio a persone che sono in difficoltà. Di dare loro delle risposte. Dobbiamo recuperar il senso civico e il rispetto dei residenti stranieri nel nostro comune... Diciamocelo chiaro che non c'è una volontà politica...".
A muso duro il grillino Massimo Fresc con il dito puntato su Maria Piras e Anna Bono che siedono con lui nella Consulta stranieri. "Non hanno mai avuto un atteggiamento costruttivo o propositivo - ha criticato - La loro presenza è motivo di frustrazione. Sono entrambi della Lega e non vorrei che dietro ai brutti slogan ci fosse in realtà un vero pregiudizio una vera insensibilità. Questa idea me la sono fatta nel tempo e non me la portavo dietro. Dò un giudizio negativo. Tutto questo non fa onore alla maggioranza...".
Dal canto suo l'assessora Giorgia Povolo ha fatto di tutto per mimetizzarsi: "Non è vero che non ci occupiamo degli stranieri. Ricordo che un mese fa è stata assunta una persona per lo Sprar passato da 29 a 40 posti. Abbiamo anche assunto una persona ad hoc...".
E poi ancora: "Quando abbiamo deciso di trasformare lo sportello stranieri in polifunzionale è perchè la persona che se ne occupava era stata spostata in un altro ufficio. Sono materie complicate e in continua evoluzione...".
Da qui la decisione di chiedere aiuto (per una risorsa o per un contributo) alla Città Metropolitana e oggi a In.rete.
"Oltre la metà di cittadini arrivavano da fuori Ivrea - ha concluso Povolo - Ecco perchè si è pensato a In.rete, perchè già svolge dei servizi paralleli, per esempio assistenza si occupa di assistenza scolastica specialistica...".
La conclusione è stata tutta di Gabriella Colosso: "Suvvia assessora... lo Sprar è un’altra cosa e sono pure arrivati dei soldi in più. Continuiamo a fare molta confusione. Lo sportello che c'è oggi offre servizi che non sono quelli che chiedono gli stranieri. Diciamocelo chiaro che non ci credete. Io, le due consigliere della vostra maggioranza alle iniziative organizzate dalla Consulta non le ho mai viste e ne abbiamo davvero fatte tante...".
Il voto finale ha sintetizzato perfettamente le posizioni: 6 favorevoli, 7 astenuti e il voto contrario della consigliera comunale Maria Piras.
Chi siede nel cda della consulta?
Lekbir Nekkaz (Presidente), associazione Al Wafa onlus, Maria Jeanga (Vice Presidente), Marian Badea Edwin, rappresentante stranieri, Davide Rodda, Consorzio IN.RE.TE, Elena Gobbi, CPIA 4, Jessica Passafiume, associazione Eshorouk-Aurora, Mario Zannini, associazione MOABI
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