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Ivrea
06 Novembre 2022 - 00:52
Condominio di via Buozzi
Il freddo che ti entra nelle ossa. L’aria che passa dagli spifferi dei serramenti tutti rotti. I termosifoni in ghisa che fanno fatica a riscaldarsi. Le valvole che le giri a uno, a due, a tre, fino a cinque ed è sempre la stessa musica per giovani e anziani, con o senza reumatismi, poco importa.
La storia si ripete. Lo scorso anno l’impianto è rimasto rotto quasi tutto l’inverno e se ne sono fottuti un po’ tutti, quest’anno l’Atc, con i costi delle bollette in crescita, si sta preoccupando dei morosi e avrebbe dato agli amministratori di condominio delle disposizioni chiare: “abbassare le temperature di un grado e limitare gli orari di accensione...”.
Al diavolo la povertà e chi l’ha inventata... Al diavolo i soldi. Al diavolo certi amministratori pubblici in tutt’altre faccende affaccendati.
Via Buozzi. Civico 4. Due condomini, uno di fronte all’altro. In totale 36 famiglie, la maggioranza delle quali paga l’affitto all’Atc. Qualche “proprietario” c’è ma si contano sulla punta di una mano, forse due.
Anziani con la minima di pensione e famiglie numerose che faticano a mettere insieme il pranzo con la cena.
C’è chi vive collegato alla macchinetta dell’ossigeno. C’è chi ha patologie che tutto possono sopportare salvo le temperature troppo rigide. E poi c’è chi non dorme la notte. Chi piange di giorno. Chi studia il da farsi. Chi guarda al futuro con preoccupazione e chi il futuro proprio non ce lo ha...
Nei giorni scorsi s’è appreso che a Torino negli uffici di corso Dante il presidente delle case popolari Emiliano Bolla, in considerazione dell’alto tasso di morosità, avrebbe dato disposizione per accendere i termosifoni 6 ore invece di 10, dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21.
Lo avrebbe fatto, ha spiegato, per cercare di tenere insieme le esigenze delle famiglie con i conti dell’Ente, non foss’altro che è l’Agenzia ad anticipare il “cash” e per quest’inverno s’è calcolato che la spesa sarà di 30 milioni di euro contro i 17 dell’anno scorso
In via Buozzi però, dove la gestione del riscaldamento è in mano ai condomìni, la decisione spetterà all’assemblea e ce n’è una convocata per le 14,30 di mercoledì 9 novembre allo Zac!.
Intanto però si continua a morire dal freddo e in tanti han cominciato a inviare messaggi all’amministratore Fabio Lova.
Stando ai racconti, venerdì scorso l’impianto nuovo di zecca, acquistato grazie al superbonus 110% sarebbe stato acceso solo due ore al mattina e due alla sera.
In via Buozzi questa estate i cittadini avevano protestato con il nuovo amministratore Fabio Lova, al centro
Tra le cose da fare si era anche promesso un nuovo cappotto termico e la sostituzione degli infissi, ma di questi lavori nessuno ne parla.
A qualcuno Lova avrebbe detto di rivolgersi ad Atc... A qualcun altro che fa caldo e perciò la caldaia non si accende. Ad altri di girare la valvola del termosifone al 5. Infine nella girandola di voci sul perchè faccia così freddo c’è chi avrebbe dato la colpa a Aeg, che in realtà è solo il fornitore, dato che la gestione continua ad essere affidata ad Exe.gesi.
“Ribelliamoci - commentano in tanti - Questo palazzo sta andando a capofitto ...”.
In una chat del condominio c’è chi dice che si sta ammalando.
“Non è che perchè abitiamo alle case popolari siamo stupidi... - commenta una - Io non voglio stare al freddo. Sto andando nel panico. Ci sono le finestre che fanno schifo e entra aria. Per il riscaldamento sono indebitata fino al collo ma stavo pagando tutto a rate. Adesso dico basta. Non pago più nulla”.
“Non è che perchè abitiamo alle case popolari siamo stupidi... Io non voglio stare al freddo. Sto andando nel panico. Ci sono le finestre che fanno schifo e entra aria. Per il riscaldamento sono indebitata fino al collo ma stavo pagando tutto a rate. Adesso dico basta. Non pago più nulla”.
E poi quell’altro: “Non ci facciamo abbindolare. Compriamoci le stufe elettriche e rifiutiamoci di pagare la quota fissa. Oppure denunciamoli”.
All’ultimo piano si gela ma c’è chi ha già rinunciato ad andare in battaglia.
“Avete visto cosa è successo l’altra volta... Alla fine hanno vinto loro... Si erano dimenticati di farci pagare due annualità e ci hanno mandato le bollette arretrate. Eppure lo sbaglio era stato loro. Succederà di nuovo così. Arrendersi non significa chinare la testa. Se anche parliamo non ci ascolta nessuno. Non gliene frega niente delle persone che stanno in questo palazzo.... Eh no, questa guerra non la vinciamo... È l’ennesima dimostrazione: per le istituzioni noi siamo gli ultimi”.
Dimenticati dall’Amminstratore del condominio e pure dall’Amministrazione comunale. Dimenticati dal mondo.
“Se eravamo ricchi mica stavamo qua, vivevamo nei villoni. Ci dicano per quante ore al giorno intendono tenere acceso l’impianto. Qualcuno dice tre e questo sarebbe pazzesco....” sbuffa Angela.
C’è chi vorrebbe scendere in piazza, chi propone manifestazioni davanti al Comune. Chi chiede di mandare via l’Amministratore. Troppo facile, considerando che Lova sta lì perchè l’ha messo ATC.
“Allora andiamo ad abitare tutti a casa sua (dell’amministratore.... ndr). Ci ha detto di girare la valvola. A tre sono freddi. A 5 sono freddi. Sono freddi e basta...”.
Un tecnico incrociato per caso nel sottoscala ha informato una condomina d’aver avuto disposizioni chiare sulle accensioni.
E sono: dalle 6 alle 10, dalle 11 alle 14 e dalle 16 alla 22. Nessuno ci crede.
“Mi ha detto che adesso alza un pochino. Mi ha detto che fa tutto automaticamente. Che è una caldaia di ultima generazione. In teoria ci farà risparmiare ma a me questa intermittenza non convince. Così si spreca più gas..”
Molti appartamenti sono umidi, pieni di macchie su muri e soffitti. Di coibentazione neanche a parlarne.
"Guardi il mio termometro, segna 12 gradi - stigmatizza Andrea - Dicono che ce ne sono 19... Ma dove? Eppure il riscaldamento lo paghiamo...”.
Tant’è! L’Amministrazione comunale a guida centrodestra, dal sindaco Stefano Sertoli alla vice Elisabetta Piccoli, tace.
Dovrebbe almeno occuparsi degli anziani e di quelle persone con disabilità che passano tutto il tempo in casa.
Dall’Atc confermano che «l’accensione a 6 ore è una misura del tutto temporanea connessa al meteo eccezionalmente caldo ma passerà a 10 ore».
E si ha come l’impressione che il freddo sia stato studiato ad arte per far arrabbiare i cittadini e chiedere soldi alla Regione che infatti, in queste ore, ha annunciato lo stanziamento di 7 milioni di euro del fondo sociale regionale e ne ha aggiunti altri 5 “per ampliare ulteriormente la base dei beneficiari”.
“Con una nuova centrale termica e una migliore coibentazione – aveva strombazzato quest’etate l’ATC – i consumi energetici delle prossime stagioni potranno diminuire fino al 60%, con un risparmio anche sui costi di riscaldamento…”.
Una diminuzione che però, ahìnoi, non basterà a bilanciare gli aumenti sui prezzi quasi triplicati in pochi mesi per colpa di Putin, del mercato, del Covid, soprattutto dell’alta finanza.
Ecco perchè in tanti avrebbero preferito passare dal riscaldamento centralizzato a quello autonomo.
Sarà anche basso il canone di locazione ma diventa altissimo se si aggiungono le “spese varie” del giardiniere e del riscaldamento. “Abbiamo costi di un residence ma facciamo una vita da cani…” s’era lamentata con noi Maria (nome di fantasia) durante una protesta andata in scena questa estate nel cortile dei due stabili.
Ci aveva mostrato ogni stanza del suo appartamento. Ci aveva indicato le pareti con la muffa e quelle scrostate, i serramenti esterni ed interni tutti rotti e pieni di fessure, i vetri spaccati, le grondaie bucate, i calcinacci. In queste condizioni si capisce fin troppo bene il perchè delle bollette così care e salate.
Oggi comunque Maria non parla più. C’è chi dice sia morta di crepacuore. Morta e sepolta proprio dopo il ricevimento di una maxi bolletta per le spese di riscaldamento. E dire che avrebbe voluto mettersi in regola. Dio solo sa quanto lo avrebbe voluto. Non aveva i soldi per pagare…. Si lamentava. Soffriva. Si disperava e intanto si indebitava. Incredibile ma vero ci sarebbero stati tutti gli elementi per giustificare un mancato pagamento.
Lo avrebbe dovuto chiedere l’amministratore del condominio ma non l’aveva fatto.
L'umidità e il freddo negli alloggi popolari di via Buozzi
Poi è arrivato Fabio Lova e anche lui ha alzato le spalle. Si è però concentrato sugli arretrati di due anni, sui conti del dare e dell’avere (il bilancio consuntivo) e sulle bollette non pagate al gestore Exe.Gesi, pari a 55 mila euro all’anno per due anni. Tanti... Troppi...
Un amministratore intraprendente avrebbe dovuto cercare degli appigli. Per esempio il contratto (scaduto) sottoscritto nel lontano 2009 con Exe.Gesi, prevedeva un servizio di pronto intervento 24 ore al giorno, che nessuno da queste parti ha mai visto rispettare.
L’epilogo è che Atc s’è messa d’accordo con Exe.Gesi accollandosi il debito e poi ha cominciato a bussare alla porta delle famiglie debitrici con in mano la superbolletta.
Exe.Gesi è una società partecipata da ATC.
Insomma da queste parti non si muove foglia che Atc non voglia. Anche Lova, che ha preso il posto di Gemma Matè è stato nominato dall’ATC che alle assemblee di condominio ha la maggioranza.
Non c’è il due senza li tre è poi arrivato il terzo conteggio “arretrato” riguardante l’ultima annualità. Altri 55 mila euro da aggiungersi ai 110 mila euro appena conteggiati.
“A casa mia, d’inverno, esce il calore e entra il freddo - commenta Mario - La camera di mia figlia è una ghiacciaia. Stacchino pure la caldaia. Non ho soldi. Non ho un lavoro. Non ho nulla. Se è vero che il prezzo è triplicato cosa potrò mai fare per pagare. Andare a rubare? ”.
Eggià! Se sugli arretrati la disperazione si tagliava con il coltello, sulle bollette che arriveranno non ci saranno più lacrime per piangere.
Primo piano, condominio A. Al citofono risponde Maria.
“Cosa faremo? Se pagheremo? Atc faccia un po’ cosa vuole. Ci cacci! Ci sfratti. Se ci staccano il riscaldamento vorrà dire che farò mettere due maglie in più ai miei figli... Che altro posso fare? Sono pensionata”.
In cortile un ragazzo pare avere le idee più chiare. “È un ricatto! Bisogna tornare alla legna”
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