Un regolamento per i servizi scolastici, dalla mensa ai trasporti, con chiare indicazioni su chi fa che cosa e, soprattutto, su come, dove e entro quanto si pagano. L’Amministrazione comunale lo ha comunicato a tutte le famiglie interessate. In verità nessuna differenza rispetto a prima, ma vedere scritto nero su bianco diritti e doveri, ha immediatamente fatto scattare nei pensieri di molti le difficoltà che si incontreranno a saldare quel che c’è da saldare, peraltro in una situazione difficile provocata dall’aumento delle bollette dell’energia e dei combustibili che stanno colpendo la parte più povera del Paese, quella delle famiglie numerose e monoreddito. Inutile star qui a sottolineare che la crisi e l’aumento dei prezzi piegheranno le gambe proprio a chi già prima stentava ad arrivare alla fine del mese. Parliamo infatti di spese poco elastiche, che non possono cambiare significativamente al cambiare del reddito e soprattutto al mutare dei costi. Si potrà impostare un grado o due in meno prima di far scattare il riscaldamento, e si cercherà di fare una lavatrice in meno, si userà meno il forno, magari, ma non si può stare al buio. Tutto questo per dire che cosa? Che tra le famiglie di Ivrea sta di nuovo montando la polemica sul panino. “Con il nuovo regolamento sui servizi scolastici -ci dicono - se non puoi pagare o sei indietro con i pagamenti nonpotrai avere accesso in mensa. Non potrai neanche evitarla portandoti il panino da casa. Si è in un certo senso obbligati. Vorremmo avere la possibilità di portare i figli a casa a mangiare ma, tra pre e post scuola, non ci sarebbe il tempo necessario. Come facciamo se non abbiamo i soldi?” Anna (nome di fantasia) ha quattro figli. Il marito lo scorso mese ha portato a casa appena mille euro, meno del solito considerando che gli han pure tolto gli assegni famigliari.“Sto aspettando l’assegno unico ma i tempi dell’Inps sono quelli che sono...” stigmatizza. Abita in uno di quei condomini dell’ATC in cui si sonorichiesti agli inquilini arretrati da spaccare le ossa. Per lei il conto fa circa 20 mila euro. “Mi dicono che potrò rateizzare... Ma come faccio? Sarà impossibile! Non siamo neanche liberi di scaldarci autonomamente...”. Insomma.... “Era meglio quando si stava peggio - continua - Quando non si andava a scuola il pomeriggio. Meglio con il Covid, se non altro, il problema della mensa s’era risolto da solo... Tra riscaldamento e scuola sono davvero incasinata...” Del nuovo regolamento sui servizi scolastici s’è parlato nel corso di un recente consiglioA nulla sono servite le insistenze del consigliere comunale del Pd Gabriella Colosso sull’eliminazione di una frase, ripetuta qua e là, sul sostegno alle famiglie limitatamente alle “risorse economiche iscritte in bilancio”. Un modo come un altro per consentire all’Amministrazione comunale, a questa e alle successive, di non dare nulla per scontato. “I servizi scolastici – aveva stigmatizzato Colosso – non devono considerarsi un costo…”. Sempre Colosso sulle rate uniche anticipate (meglio la mensilità, se proprio si deve anticipare)e sul servizio mensa erogato solo a chi è in regola con i pagamenti. Alcune correzioni le avrebbero volute apportare anche il grillino Massimo Fresc e Francesco Comotto di Viviamo Ivrea. Nello specifico l’articolo sul trasporto disabili limitatamente alla scuola più vicina. In ogni caso, alla fine, il regolamento non era stato modificato di una virgola. “Chiarisco - commenta l’assessore Giorgia Povolo - che il regolamento nasce proprio per salvaguardare la continuità del servizio scuolabus e della mensa e per tutelarele categoria particolarmente disagiate. I solleciti al pagamento ci sono sempre stati e quando ci si trova di fronte a famiglie che hanno maturato una morosità nei conforti dell’Ente e non hanno sottoscritto un piano di rientro si sospendono solo i servizi accessori. Su relazione dei servizi sociali è possibile comunque accedere anche ai servizi accessori...”.l.l.m.
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