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08 Novembre 2024 - 06:00
Venaria Reale ha accolto, con un'intensità che ha toccato il cuore di tutti i presenti, la testimonianza di Filomena Lamberti. La donna, sfregiata con l'acido dal marito nel 2012, ha condiviso la sua dolorosa esperienza, trasformando una ferita profonda in un messaggio di speranza e di lotta contro la violenza di genere.
"La mia vicenda è uguale a quella di tante altre donne vittime di violenza - ha esordito Filomena - "anche io sono stata vittima di un uomo che si nascondeva dietro una maschera di perfezione, fuori casa tutti lo stimavano e nessuno l’avrebbe mai creduto capace di arrivare a tanto. All'inizio c'era la gelosia, poi il controllo, poi la violenza psicologica, economica, fisica. Ho creduto alle sue promesse di cambiamento, ma la violenza è un mostro che si nutre di silenzi e di speranze infrante".
Le sue parole, pronunciate in una sala gremita, hanno toccato le corde più profonde dell'animo di chi ascoltava. Filomena ha raccontato con coraggio e lucidità gli anni di sofferenza, la paura di denunciare, la dipendenza economica e la vergogna. Ha parlato dei suoi figli, testimoni impotenti di un inferno domestico, e del peso insopportabile di dover nascondere le ferite.
Filomena Lamberti si racconta
"La prima domanda che mi fanno tutti è perché non sono andata via prima - ha confidato – e la risposta è perché dipendevo economicamente da lui. Lavoravo in pescheria con lui ma non ero padrona di nulla, tutta la parte economica era gestita da mio marito. Per me la priorità erano i nostri bambini e il poter garantire loro una casa, del cibo, una vita dignitosa Poi erano gli anni 80’ e ancora la violenza era un tabù, nessuno ne parla. Le donne subivano e le violenze rimanevano fra le mura domestiche”.
La violenza è un labirinto e trovare l'uscita è difficile. Ci sono paura, dipendenza, vergogna, ma anche la speranza che le cose possano cambiare. Filomena si è rivolta ai giovani elencando i segnali che già avrebbe potuto cogliere da fidanzati: “Era gelosissimo, ma io confondevo la gelosia con l’amore. Mi controlla allora ci tiene. Non è così. Il possesso non è mai amore.”
Il 28 maggio 2012, la vita di Filomena Lamberti cambiò per sempre. Un gesto folle, dettato da una gelosia ossessiva e da un controllo morboso, la privò del suo volto e, con esso, di una parte della sua identità. Il marito, incapace di accettare la fine della loro tormentata relazione, e la decisione di Filomena di separarsi, le gettò addosso dell'acido solforico, sfregiandola in modo indelebile. Un atto di violenza inaudita.
L'acido, gettato sul suo volto dall'uomo che diceva di amarla, l'ha sfregiata fisicamente e psicologicamente. Ma non ha spezzato il suo spirito: Filomena non si è mai arresa dopo un lungo percorso di riabilitazione sia fisica che psicologica è riuscita a convivere con le sue cicatrici, visibile e interiori. Facendo della propria storia un mezzo per aiutare altre donne in difficoltà.
Un momento dell'incontro a Venaria Reale
Oggi, Filomena è una donna nuova, forte e determinata. Ha scritto un libro, "Un'altra vita", in cui racconta la sua storia e invita tutte le donne a denunciare la violenza.
“Filomena ha ripreso la sua vita e ogni giorno, con uno sforzo notevole, rivive quell'orrore raccontando la sua storia – ha commentato il sindaco di Venaria Fabio Giulivi - una donna coraggiosa, simbolo della lotta ad una violenza che purtroppo non vede fine. Una donna che non nasconde i segni dell'orrore subito ma ne ha fatto un simbolo del suo impegno civile e sociale a favore di tutte le donne vittime di violenza. Grazie Filomena”.
L'evento di Venaria Reale è stato un momento di grande intensità emotiva, ma anche un'occasione per riflettere sulle cause profonde della violenza di genere e sulle misure necessarie per prevenirla e combatterla.
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