Due città, due realtà in lutto per la morte di Fabio Mussetta, 31 anni, troppo presto per andarsene. Dopo mesi di battaglia è stato sconfitto da un brutto male che non gli ha lasciato scampo. Mappano e Volpiano piangono per la perdita del loro giovane calciatore. Eh già, perché la carriera calcistica del giovane aveva intrecciato proprio queste due realtà. Tutto era partito, molti anni fa, da Volpiano, quando Fabio Mussetta era cresciuto nelle giovanili della squadra cittadina per poi fare il suo esordio con la casacca della Real Canavese. 10 anni fa, poi, il passaggio all’Atletico Volpiano, in seconda categoria. Quella maglia, per Fabio, diventerà imprescindibile per moltissimi anni. Ha difeso quei colori per 10 anni, fino allo scorso anno, quando la società cambiò nome trasformanodosi in Asd Mappanese. Sono state tantissime le soddisfazioni raccolte in campo, tra queste, la più importante, è senza dubbio la promozione in Prima Categoria nella stagione 2015/2016. La sua squadra ha deciso di salutarlo con un lungo post con la decisione di ritirare la sua maglia numero 5. “Vogliamo ricordarti così - scrivono i compagni di squadra nel post che si vede qui sopra in foto -… ad esultare nello spogliatoio dopo una vittoria Fabio Mussetta. Il tuo sorriso, la tua gentilezza, la tua discrezione e la refrattarietà a vedere il calcio come fonte di guadagno. Hai fatto della partecipazione l’unica vera vittoria e la compagnia l’unico compenso di cui avevi bisogno. Oggi vai via, come sei arrivato: lasciandoci attoniti, senza parole. Sei e resterai nella storia di ciascuno di noi, perché eterni sono i legami di chi vuol bene senza chieder nulla in cambio. La bandiera della società oggi, più che mai, è ammainata.Qualche mese fa ad un messaggio per chiederti come stavi rispondesti così: “Ciao grazie del pensiero. Spero di venirvi presto a trovare, i dottori sono fiduciosi e gli esami stanno andando bene al momento. Saluta tua moglie e tutti i ragazzi al campo da parte mia! Ci vediamo presto!” ma la Merda non ti ha lasciato scampo. Ritiriamo per sempre la maglia numero 5, la tua, e lanciamo idealmente un pallone al cielo, se non torna indietro, sappiamo chi ce lo avrà nascosto ancora una volta. A-dio Fabio”.
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