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NOLE. La Cappella apre le porte grazie ad un’app

NOLE. La Cappella apre le porte grazie ad un’app

La conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa

NOLE. Non è più necessario aspettare la festa annuale o le due giornate istituzionali l’anno per visitare la cappella di San Grato, si può entrare autonomamente tutti i giorni grazie ad una chiave virtuale, la app “Chiese a porte aperte” da scaricare gratuitamente sullo smartphone.

Su prenotazione, tramite QR code si può effettuare l’accesso nella storica chiesetta e far partire la voce narrante abbinata ad un sistema di suoni e luci. Il piccolo gioiello all’angolo tra via Torino e via Devesi è stato infatti inserito nel circuito di percorsi con altri 27 luoghi di arte sacra in Piemonte e Valle d’Aosta.

Si può scegliere tra quattro lingue, oltre all’italiano, inglese e francese nella cappella è stato introdotto anche il dialetto nolese. La visita si svolge in sicurezza perché è controllata da telecamere e anche all’insegna dei protocolli anticovid, i sensori registrano infatti il numero di presenti e, se sono superiori a cinque, la visita guidata si interrompe. Il progetto, unico in Italia e in Europa, è stato presentato ufficialmente nella serata di sabato 4 settembre nell’ambito della festa di San Grato e lunedì 30 agosto è stato anticipato in una conferenza stampa in sala consiliare a cui sono intervenuti tutti gli attori del progetto: il volontario nolese Federico Valle, che ha coordinato l’iniziativa, l’architetto Adriano Sozza, direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Curia Metropolitana di Torino, il sindaco Luca Bertino, il parroco don Antonio Marino e i volontari dell’Abbadia di San Grato Franco Ghirello e Carla Gallo.

«Questo progetto è molto innovativo e molto particolare – ha spiegato Valleè grazie all’architetto Sozza se siamo riusciti ad entrare in questo percorso. Ritengo importante aver introdotto tra le lingue il piemontese perché è un modo per salvare anche il nostro dialetto».

«Ci sono 1500 chiese gestite dalla Diocesi di Torino – ha affermato Sozza - un patrimonio enorme di grande bellezza. Abbiamo la fortuna di avere un territorio in cui le persone sono molto sensibili, si aggregano in Comitati per salvaguardare beni che hanno un legame con la storia dei loro padri e un legame con la comunità. Attraverso questo ruolo virtuoso si riescono a costruire progetti di questo tipo e anche grazie al sostegno della Cassa di risparmio di Torino. Si sfruttano i benefici della tecnologia per salvaguardare questi beni e per farli conoscere. Purtroppo vediamo anche situazioni di abbandono».

Negli anni ‘70/’80 la cappella di San Grato ha rischiato di essere abbattuta per permettere l’allargamento della strada. Fortunatamente poi all’interno sono stati scoperti affreschi del ‘500 a tema pasquale piuttosto raro e un affresco sull’ostensione della Sindone ultimo esempio rimasto con quello di Voragno.

«Dopo 11 anni di chiusura per lavori strutturali nel 2018 la cappella è stata riaperta – ha ricordato Franco Ghirello, volontario dell’Abbadia di San Grato – e abbiamo organizzato la festa. C’è grande soddisfazione e un pizzico di orgoglio per il risultato raggiunto».

«In seguito alla scoperta degli affreschi l’apertura della cappella è stata semestrale con la presenza dei volontari – ha aggiunto la volontaria Carla Galloma il numero dei volontari sta diminuendo quindi siamo entusiasti di poter entrare in questo percorso».

Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco Luca Bertino: «Questo è l’esempio migliore di una collaborazione importante tra diverse realtà. Dopo l’esperienza del santuario di San Vito e poi con le piste ciclabili ci siamo resi conto di quanto sia importante per concentrare l’attenzione del turista riscoprire questi beni che hanno un valore artistico enorme».

È toccato al parroco don Antonio Marino concludere gli interventi: «Sono qui da 7 anni e quello che mi ha colpito molto quando sono arrivato – ha commentato – è che la gente ci teneva molto alla cappella, non avrei mai immaginato di trovare gli affreschi e questo risultato finale grazie alla collaborazione di tutti. Adesso speriamo nel recupero della cappella di San Giovanni a Vauda e nella scoperta di nuovi tesori per entrare in questo percorso».

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