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BRUXELLES. L'arte italiana arriva al Bozar

BRUXELLES. L'arte italiana arriva al Bozar

Bozar

L'arte italiana inonda il cuore d'Europa. Oltre sessanta opere dal Duecento al Quattrocento, la maggior parte delle quali non era mai uscita da Siena, sono in mostra da oggi al Bozar, il piu' importante centro espositivo di Bruxelles, che ospita in concomitanza un'altra esposizione su una decina di artisti italiani contemporanei che resiedono in diversi paesi europei. Entrambe le mostre, 'Paintings from Siena, Ars Narrandi in Europe's Gothic Age', la prima, e 'The Yellow Side of Sociality, Italian Artists in Europe', la seconda, che vengono inaugurate stasera, nell'ambito del semestre di presidenza italiana dell'Ue, alla presenza del ministro Gianluca Galletti.

Portare questi capolavori, preziosi e fragili, dalla Pinacoteca Nazionale di Siena e dal Museo delle Belle Arti di Rouen fino alla capitale del Belgio era "qualcosa di impossibile solo dieci anni fa", ha recordato in conferenza stampa Mario Scalini, curatore insieme a Anna Maria Guiducci, della mostra sulla pittura senese.

L'impossibile però è diventato realtà grazie ad una serie di "tecnologie innovative", dalle "doppie case isolate" per il trasporto al "sistema di climatizzazione" per custodire le straordinarie opere, dalla Madonna di San Bernardino alla Crocifissione di Pietro Lorenzetti, e la Madonna col Bambino di Simone Martini. Opere risalenti ad un periodo in cui Siena era al centro dei nuovi linguaggi rappresentativi del gotico europeo, quando grazie alla sua posizione lungo la Via Francigena, cammino di pellegrinaggio dal nord Europa fino al sud dell'Italia, diventò snodo commerciale e di scambi artistici.

Lasciando le sale dedicate alla pittura senese, il visitatore può fare un salto di molti secoli e ammirare il lavoro di una dozzina di artisti italiani contemporanei che vivono sparsi per l'Europa, da Luca Vitone a Chiara Fumai, Christian Frosi, Davide Bertocchi e Rosa Barba, una mostra che ha il colore giallo da filo conduttore, inteso come enigma ma anche come simbolo del "lato soleggiato della strada". Non a caso il titolo dell'esposizione e' ispirato alla canzone 'On the Sunny Side of the Street', scritta da Dorothy Fields durante la Grande Depressione.

Tra le opere, l'installazione di Marinella Senatore, Rosas-Movie Set, uno spazio con uno specchio, luci e una sbarra per esercizi di balleto che può essere usata per un giorno da chiunque abbia voglia di fare un film. Non c'e' da stupirsi se di sottofondo, durante la visita, si sente un ronzio di api: e' l'istallazione audio di Micol Assael.

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