La musica colpita al cuore. Il terrorismo ha fatto irruzione nel Bataclan, uno dei music club più importanti d'Europa, in mezzo a persone che, in pace, stavano ascoltando un concerto rock. Le decine di morti rimaste in un luogo che fino a qualche minuto prima era fatto solo di festa e voglia di stare insieme, hanno colpito e sconvolto il mondo del rock. In questi giorni, a Parigi, ci sarebbero dovuti essere due concerti-evento, attesi da mesi dagli appassionati. Stasera sarebbero dovuti essere in scena gli U2, lunedì sarebbe toccato ai Foo Fighters. "Abbiamo assistito increduli e scioccati a quanto accaduto a Parigi - hanno scritto Bono e soci - e i nostri cuori sono per le vittime e le loro famiglie". Come si può fare un concerto pensando a quello che è successo al Bataclan? Se lo sono sono chiesti anche Dave Grohl e i Foo Fighters, che hanno annullato le ultime quattro date del loro trionfale tour europeo (oltre a Parigi, anche Torino, Lione e Barcellona). "Alla luce di questa violenza senza senso - hanno scritto - la chiusura delle frontiere e il lutto internazionale, non possiamo continuare in questo momento. Non c'è altro modo per dirlo. Tutto ciò è pazzesco e fa schifo. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con tutti coloro che sono stati colpiti o che hanno perso una persona cara". Anche i Coldplay, che avevano in programma, oltreoceano, un'anteprima live del nuovo album hanno scelto di fermarsi. Praticamente tutti gli spettacoli musicali in programma in questi giorni nella vivacissima scena parigina sono stati annullati: saranno giorni senza musica, perché non si può far finta di niente e quello che è successo al Bataclan ha lasciato il segno, nei musicisti e negli spettatori. Ma è proprio dalla musica che può arrivare un'arma per rispondere alla violenza. E' il messaggio di fraterna solidarietà che hanno lanciato un po' ovunque i rock club italiani. "A quel concerto - dicono al Bronson di Ravenna - poteva esserci ognuno di noi. Proprio per questo è importante dimostrare che non si vuole rinunciare per nessun motivo a quell'idea di comunità e valori condivisi che ci lega tutti quanti attraverso la musica che ci piace". Messaggi di solidarietà sono arrivati dal Lokomotiv e dall'Estragon di Bologna, dal Circolo degli artisti di Roma, dall'Hiroshima mon amour di Torino. "La musica - ha scritto il Magnolia di Milano - è l'unica cosa che non fa paura, non vuole averla e non speculerà su queste morti".
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