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01 Ottobre 2015 - 11:31
Ferrari
I dipendenti americani di Fiat Chrysler Automobiles dicono no all'accordo per il nuovo contratto di lavoro, firmato dall'amministratore delegato del gruppo Sergio Marchionne e dal leader del sindacato Uaw, Dennis Williams. L'esito del referendum, non ancora ufficiale, è ormai dato per certo e ha il sapore di una sconfitta inattesa per un accordo 'modello', che aveva rinsaldato l'asse tra il manager di Fca e il sindacato americano.
La bocciatura arriva alla vigilia dell'offerta pubblica iniziale di Ferrari, attesa per venerdì. Ipo da 1 miliardo di dollari, con il prezzo definitivo da fissare nella settimana del 12 ottobre, dopo il primo anno di vita della società nata dalla fusione di Fiat e Chrysler. Un processo che prevede l'offerta del 10% del capitale del Cavallino Rampante e che dovrebbe concludersi verso fine ottobre con lo sbarco sul New York Stock Exchange. Le richieste per le azioni Ferrari potrebbero superare di 10 volte - secondo indiscrezioni di stampa - l'ammontare disponibile sul mercato con l'Ipo. La valutazione della casa di Maranello resterebbe quindi di 10 miliardi di euro, lo stesso valore che aveva prima dello scandalo Volkswagen.
La partita più difficile per Fca si gioca ora sul fronte sindacale, questa volta negli Usa. Il no all'accordo per il contratto, che interessa oltre 40.000 dipendenti iscritti alle union, rischia di aprire una fase conflittuale negli stabilimenti americani dell'auto: il sindacato ha già dato il preavviso per un possibile sciopero alla Ford nella fabbrica dove si produce l'F-150, il pick up di punta della casa americana. Domani si riunirà il vertice di Uaw per decidere le prossime mosse. Sul tappeto ci sono due ipotesi: congelare il caso Fca e avviare il negoziato con le altre due società di Detroit, General Motors e Ford, chiudendo prima con una e poi con l'altra. Quindi tornare al tavolo con Fiat Chrysler.
La bocciatura, che potrebbe portare a un nuovo scenario di crisi per l'industria dell'auto americana risanata, è il segno di una mancanza di fiducia dei lavoratori verso la leadership di Uaw, colpevole forse di avere comunicato in modo difettoso alla base i contenuti dell'intesa. L'accordo riduce il gap tra le retribuzioni dei dipendenti 'senior' e quelli di secondo livello, cioè entrati in azienda dopo la crisi del 2008 con salari molto più bassi rispetto ai colleghi 'anziani', ma secondo i lavoratori, Fca avrebbe dovuto restituire loro qualcosa in più ora che la società è più in salute. C'è anche il timore di un progetto di ristrutturazione dei benefit sanitari. A Piazza Affari il titolo Fca ha recuperato ed è salito del 4,7% finale a 11,6 euro.
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