ergio Marchionne continua a puntare sulla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e General Motors: per convincere la casa di Detroit, secondo il Wall Street Journal, avrebbe avviato contatti con i fondi hedge e con altri investitori. Dall'amministratore delegato di Gm, Mary Barra, arriva però un nuovo no: "non siamo interessati a una fusione con Fca, che farebbe poco in termini di risparmi e interromperebbe gli sforzi in corso dell'azienda", spiega durante l'assemblea degli azionisti. Pieno sostegno a Marchionne dal presidente di Fca John Elkann che afferma: "Sono undici anni che lavoro con Sergio e ancora resta molto lavoro da fare insieme". Elkann concorda sulla necessità del consolidamento: "quello che è interessante è che nessuno ha contestato le affermazioni di Sergio", osserva a proposito degli alti costi che le industrie dell'auto devono sostenere per far fronte agli investimenti. Fca, che a Piazza Affari ha lasciato l'1,73%, ha sottoscritto con un gruppo di dodici banche una linea di credito revolving sindacata per un importo di 4,8 miliardi di euro. Gm è da qualche tempo nel mirino di Fca come possibile partner, anche se Marchionne ha spiegato che sono in corso "contatti con tutte le aziende dell'auto". A Venezia nel week end scorso l'amministratore delegato di Fca ha negato contatti diretti con gli azionisti della casa americana, ma ha anche parlato in termini generali, non riferendosi a Gm, di "investitori favorevoli al consolidamento". Una conferma che lo sguardo è rivolto in quella direzione. Il Wall Street Journal, che aveva già rivelato la notizia della e-mail inviata da Marchionne a Barra per parlare di una possibile fusione, sostiene che a incoraggiare l'a.d di Fca a cercare una sponda sarebbero stati i recenti successi ottenuti proprio da simili investitori: Gm ha di recente ceduto alle pressioni di una cordata di fondi hedge guidata da Harry Wilson nel decidere operazioni di buyback per 5 miliardi di dollari a sostegno delle sue quotazioni. Sempre secondo il Wall Street Journal, tra gli ostacoli, ci sono i margini di profitto di Fca, inferiori a quelli dei rivali: nel primo trimestre in Nord America sono stati pari al 3,7% delle vendite, circa metà di quelli della Gm. I rapporti - sostiene il Wsj - non sono idilliaci: è stato proprio Marchionne a ottenere nel 2005 da Gm 2 miliardi per evitare l'obbligo di acquistare le attività auto di Fiat. Almeno per ora le porte restano chiuse. Il consiglio di amministrazione - afferma Mary Barra all'assemblea degli azionisti - ha visto ed esaminato l'email dell'amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, sull'offerta di avviare una discussione su una possibile fusione, ma Gm è concentrata a realizzare le proprie economie di scala.
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