Non sono stretti i tempi per l'integrazione con un altro costruttore, ma il tema delle alleanze è al centro delle future strategie di Fiat Chrysler Automobiles. Sergio Marchionne sottolinea spesso la necessità di consolidamento del settore auto, ma non scopre le carte e dice di stare parlando con tutti gli interlocutori. Anche John Elkann ha più volte sottolineato l'esigenza "di cogliere le occasioni per rendere la società più forte" precisando di non volere vendere. Sul possibile partner i nomi sono tanti: si è parlato di una fusione con Psa che ha una buona penetrazione in Asia, si è fatto il nome di Volkswagen che appare in difficoltà sul mercato americano. Uno sguardo particolare sembra però rivolto agli Usa e alle sorelle di Detroit Ford e soprattutto General Motors. Una possibilità che appare in sintonia con quanto detto da Elkann che, nella lettera agli azionisti Exor di qualche giorno fa, ha espresso l'auspicio che il consolidamento "sia guidato più dalla ragione e dal buon senso, che non dall'emergenza e che tenga conto di fattori importanti come le identità e le culture". D'altra parte l'America è al centro delle attenzioni del gruppo come dimostra anche l'ultima operazione annunciata dalla holding Exor, con la mega offerta per la società di riassicurazioni PartnerRe. Ai due nomi americani fa riferimento Morgan Stanley in un report su Fca, diffuso oggi, dal titolo "Cosa potrebbe fare Sergio con General Motors o Ford? Le nostre cinque idee". Secondo gli analisti potrebbe tra l'altro consentire a Marchionne di condividere piattaforme comuni, di eliminare marchi e linee di prodotto in eccesso, di sacrificare i risultati finanziari a breve privilegiando gli obiettivi a lungo termine. "Le alleanze sono fondamentali per sopravvivere", dice Sergio Marchionne che, in occasione delle assemblee olandesi di Fca e Cnh, ha ricordato che "la scelta deve essere molto razionale, precisa e articolata, non si può andare alla cieca. Bisogna guardare attentamente ai benefici". Con un monito alle altre case automobilistiche: "bisogna riconoscere che ci sono tante duplicazioni nell'industria dell'auto che non portano ad acquisire quote di mercato e creano condizioni di competitività che sono ingiustificate e non danno guadagni"
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