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16 Ottobre 2014 - 15:26
Schoenborn
Nell'atteggiamento con cui la Chiesa deve affrontare le sfide della famiglia oggi "ci sono due aspetti diversi da considerare: c'è la dottrina, c'è quindi la parola-chiave del Vangelo; e c'è l'atteggiamento di Gesù, sempre pieno di misericordia e compassione". Così il cardinale di Vienna Christoph Schoenborn ha riposto a una domanda, durante un briefing con i giornalisti, sul "disorientamento" e le "paure" di diversi padri sinodali nell'assemblea straordinaria sulla famiglia che la conservazione della dottrina possa soccombere di fronte alla necessità di "accompagnare e non giudicare". "Come unire il tutto? - si è chiesto Schoenborn -. Dev'esserci equilibrio rispetto alla dottrina, che non è un giogo di vita ma un cammino, non è un'imposizione. Ed è stato così fin dall'origine, ad esempio sulla questione del divorzio".
"I miei genitori erano divorziati - ha ricordato il cardinale austriaco -, conosco la realtà di una famiglia che vive la rottura. Ma la famiglia rimane, non è un ideale astratto, bensì una realtà: ci sono un padre e una madre, ci sono dei figli che passano periodi con padre e altri con la madre. Ci sono persone, non parliamo di un'entità astratta, e su questo deve misurarsi al dottrina". "La Chiesa parla di verità - ha proseguito Schoenborn -, e i figli hanno di un padre e di una madre, ma lo fa con compassione. E in questo abbiamo anche bisogno di un cammino di fede".
Al Sinodo straordinario sulla famiglia in corso in Vaticano "non ci sono partiti". Lo ha detto ai giornalisti il cardinale di Vienna Christoph Schoenborn, uno dei moderatori dei dieci Circoli minori. "Confrontando le modifiche proposte per la 'Relatio post disceptationem' con il testo originale - ha avvertito il porporato austriaco - vedrete molte espressioni che dicono 'attenzione', perché non dobbiamo dimenticare la dottrina, pur di fronte a situazioni che vanno 'accompagnate', che è la cosa che il Papa ci raccomanda parlando di una Chiesa come 'ospedale da campo'". "Si dice 'attenzione', 'questo è pericoloso' - ha spiegato Schoenborn -, ma questo non vuol dire che nel Sinodo ci siano partiti".
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