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17 Ottobre 2014 - 15:56
Deteneva sulla mensola di casa sua, come cimelio storico, una pistola non dichiarata e sprovvista di matricola, risalente al 1893, senza sapere di poter essere penalmente perseguibile. O almeno, senza saperlo fino a quando i carabinieri si sono recati presso l'abitazione per una perquisizione e gli notificano l’irregolarità. Questo è quel che è successo ad Angelo Perrero, di San Giorgio, nel 2009 e per cui martedì scorso è stato condannato ad una pena di tre mesi di detenzione più il pagamento delle spese processuali dal presidente di collegio Carlo Maria Garbellotto. Parzialmente accolta, comunque, la richiesta dell’avvocato difensore Elio Guglielmino, che, pur non riuscendo ad ottenere l’assoluzione completa, ha visto accettata la domanda di applicazione del minimo di pena per il suo assistito. Particolare determinante è stato l’anno di costruzione dell’arma, visto che con una perizia voluta dalla difesa si è capito che il periodo era precedente al 1920, soglia oltre la quale ogni arma deve essere obbligatoriamente riconoscibile tramite un numero di matricola. "Anche se devo ancora leggere le motivazioni della sentenza - ha affermato l'avvocato Guglielmino - sono molto soddisfatto del risultato raggiunto, soprattutto se si considera che l’accusa aveva chiesto una pena di 10 mesi, mentre la legge prevede una condanna massima di addirittura 8 anni. Quella della perizia è stata senz’altro una mossa vincente, con cui è stato possibile eliminare una aggravante rilevante nel dibattimento".
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