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01 Ottobre 2014 - 22:59
"La costruzione dell'uguaglianza e della giustizia sociale è compito della politica nel senso più vasto del termine: quella formale di chi amministra e quella informale chi ci chiama in causa tutti come cittadini responsabili. La povertà dovrebbe essere illegale nel nostro paese. La crisi per molti è una condanna, per altri è un'occasione. Le mafie hanno trovato inedite sponde nella società dell'io, nel suo diffuso analfabetismo etico. Oggi sempre più evidenti i favoriindiretti alle mafie che sono forti in una società diseguale e culturalmente depressa e con una politica debole". Questo sostiene don Luigi Ciotti, presidente del Gruppo Abele e di Libera.
"La Costituzione – sottolinea Libera - ci impegna in tal senso a fare ognuno la sua parte. La lotta alla povertà va ripensata in termini di interdipendenza tra le persone,le specie e all'interno degli equilibri naturali dei nostri ecosistemi. Possiamo da subito portare avanti azioni di contrasto dal basso alla povertà".
Per questo il Gruppo Abele e Libera promuovono la campagna "Miseria Ladra" con tutte quelle realtà sociali, sindacali, studentesche, comitati, associazioni, movimenti, giornali e singoli cittadini, intenzionati a portare avanti le proposte contenute i u apposito documento. Dieci proposte concrete, che si possono trovare sul sito www.miserialadra.it e che sono state illustrate recentemente, presso la Sede di Via Arduino, da Giuseppe De Marzo, referente nazionale, il quale ha spiegato che "la crisi nasce come finanziaria e bancaria" e che "non è vero che i soldi non ci sono, non ci sono per il sociale, per il lavoro, per le bonifiche, per la riconversione ecologica".
"Ci dicono – ha proseguito -che non possono più garantire il walfare e quindi giustificano le privatizzazioni. La nostra proposta è che l'architrave della società debba fondarsi su eduzione, salute, lavoro, intangibilità della dignità umana. Nel momento in cui questo non è più prioritario siamo nell'illegalità costituzionale".
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