Il poc(hissim)o pubblico presente alla cerimonia per i due paesi gemellati
“Mirande chi??” La gaffe più eclatante (ma è solo la punta dell’iceberg) è stata l’assenza di Giacomo Coggiola alla cerimonia di sabato mattina nella sala consigliare di San Mauro Torinese. Tutti lo aspettavano, ma lui non è arrivato. “Strano” hanno pensato i (pochissimi) presenti, “proprio lui che ha fatto tanto per i gemellaggi, oggi non si presenta..”. Strano, infatti: si è poi scoperto che nessuno lo aveva invitato. E lui, ex sindaco per due mandati, di arrivare da “imbucato” proprio non se l’è sentita. “C’è stata un’incomprensione con gli uffici”, si sarebbe poi giustificata l’amministrazione comunale per spiegare il mancato invito. Quante volte abbiamo già sentito questa frase… Nessun caso politico, ci mancherebbe. Non si è trattato di un piano ordito per tagliare fuori Coggiola (anche perché per elaborare un piano sono richiesti tempo, impegno e risorse). Siamo di fronte, sicuro al 100%, a una distrazione, o incomprensione, chiamatela come vi pare. Il problema è che l’episodio di Coggiola è solo la punta dell’iceberg di una serie di dimenticanze mica da ridere. Che, nell’insieme, hanno raccontato un weekend tutt’altro che positivo. Era nell’aria già da un po’, a dire il vero, il clamoroso flop dei festeggiamenti per l’anniversario dei gemellaggi con L’Eliana e Mirande. Però se all’evento “clou” della festa Patronale si presentano dieci persone, un paio di domande bisognerà pur farsele. Partiamo da un dato di fatto. Almeno apparentemente, il disinteresse della città all’argomento gemellaggi è quasi totale. A questo punto c’è da chiedersi se davvero non frega più nulla a nessuno dei paesi gemellati. Perché, se così fosse, faremmo in fretta a trovare 4400 euro (i fondi del bilancio 2014 destinati ai gemellaggi) da utilizzare per spese più urgenti, per interventi che rechino un reale beneficio ai sanmauresi. Se così non fosse, invece, la domanda da farsi è: come si è arrivati a smorzare gli entusiasmi anche di chi da parecchi anni si è dedicato a curare i rapporti con le due città gemelle? Perché è inutile prendersi in giro: l’arrivo delle delegazioni francesi e spagnole ormai ricorda tantissimo la visita del classico parente lontano, il “rompiballe” cui devi trovare un albergo, che devi portare a cena fuori, che ti devi trascinare appresso tutto il giorno. Lo fai perché devi, ma borbotti giorno e notte finché quello non prende l’aereo e si leva di torno per almeno un annetto. Lo accompagni persino all’aeroporto e ti assicuri che parta: vuoi mai che perda l’aereo. Una volta, però, la situazione era diversa. Il comitato gemellaggi organizzava e promuoveva iniziative anche durante l’anno, non stava in letargo permanente per poi risvegliarsi 4 giorni su 365. Magari aveva più risorse a disposizione, e va bene. Ma non si dice sempre che i pochi soldi aiutano ad aguzzare l’ingegno? Macché. In questo caso l’ingegno è andato in letargo assieme al comitato. Il quale, si vocifera, sta iniziando a perdere pezzi: chi lascia perché ha altri impegni, chi perché ormai rassegnato. Il malcontento, insomma, è palpabile. Occorre un’inversione di rotta, perché il problema esiste sul serio. E probabilmente non basterà trovare una persona che perlomeno si ricordi di invitare tutti alle cermionie. Anche se sarebbe già un buon inizio.
Luca Schilirò
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