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23 Settembre 2014 - 18:37
Molestia sessuale (foto archivio)
Assolto dalle accuse di violenza sessuale perché il fatto non sussiste. Questa la formula con cui il Collegio del Tribunale di Ivrea, presieduto da Carlo Maria Garbellotto ha assolto R.L., residente a Valperga, finito alla sbarra per dei presunti abusi, risalenti al 2010, nei confronti di una minorenne. L'uomo era entrato in contatto con la ragazzina, di oltre trent'anni più giovane, tramite il legame di amicizia con i genitori di lei. Da quel momento un vortice di chiamate, sms e messaggi su facebook, che sarebbe poi terminato in due incontri. In un'occasione lui l'avrebbe condotta in una zona vicina a delle fabbriche e lì avrebbero consumato il rapporto (fatto per il quale R.L. era anche accusato di atti osceni in luogo pubblico).
Tutto viene a galla, però, soltanto quando i genitori della ragazza trovano il suo diario, in cui emergono i particolari scioccanti, che li inducono a sporgere denuncia nei confronti di quella che prima ritenevano una persona affidabile.
Il Pubblico Ministero Chiara Molinari, di fronte a queste prove schiaccianti, aveva puntato tutto il suo impianto accusatorio sull'incapacità di autodeterminazione della vittima, rispetto ad un uomo di molti anni più grande, chiedendo la condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione. "L'imputato - ha sostenuto il Pm - ha sfruttato alcune debolezze tipiche di una adolescente per raggiungere i suoi scopi. Di fronte ad una personalità che le forniva tutte le sicurezze di cui aveva bisogno, facendola sentire sicura e apprezzata, la quindicenne si è trovata in una condizione di disorientamento. Continui complimenti di natura fisica e molte altre attenzioni hanno fatto in modo che la ragazza si trovasse in una condizione di dipendenza e soggezione, fattori acuiti ancora di più dalla giovane età".
La richiesta, tuttavia, non è stata accolta per un dato anagrafico. Infatti la legge configura il reato di violenza sessuale qualora la vittima abbia meno di 14 anni, mentre all'epoca la ragazzina ne aveva già 15, pertanto secondo la difesa, era da considerare consenziente. Molto soddisfatto il legale dell'imputato, il quale però, per la delicatezza della situazione, non ha voluto rilasciare alcun commento.
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