La discussione è tutta sulla legittimità morale. Perché dal punto di vista tecnico non c'è nulla da eccepire. La sala Vlt che sta per aprire in via Leini, dotata di videolottery e slot machine, è formalmente idonea a tutte le norme che regolano il gioco d'azzardo. "Sono già venuti a fare tutte le verifiche - specifica il titolare della nascitura attività, un po' infastidito dalle polemiche delle ultime settimane - , non c'è nulla che non sia a norma. Abbiamo ricevuto i permessi della questura, i controlli dei carabinieri hanno dato esito positivo. Siamo assolutamente autorizzati ad aprire la sala vlt e slot machine". Nulla da eccepire, come detto. Carabinieri e questura hanno detto sì: hanno giudicato a norma i locali e hanno verificato che fossero rispettati i parametri di distanza dai luoghi sensibili, come le scuole, i luoghi di culto e gli impianti sportivi (i 200 metri sono rispettati al millimetro). Evidentemente, non c'è alcun vincolo che possa impedire agli esercenti di aprire (nei locali in cui prima c'era la tabaccheria, ora spostata dove si trovava la banca Sanpaolo, lì accanto) una sala videolottery. Se di polemica si deve trattare, dunque, il discorso deve necessariamente limitarsi all'aspetto morale. Anche perché l'amministrazione comunale non ha alcuna voce in capitolo a riguardo: la regolamentazione del gioco d'azzardo è questione interamente statale. Se Roma (le questure, che danno i permessi, sono alle dipendenze del Ministero dell'Interno) dice che è tutto a posto, il sindaco del Comune di turno non può metterci becco in alcun modo. Fine della storia. Eppure non tutti sono disposti ad accettare in silenzio. Vedasi, per esempio, il vicesindaco Elena Piastra, che proprio contenta contenta non è. “Penso che la giunta debba porsi qualche domanda. Non abbiamo la forza di intervenire materialmente, ma siamo ben consapevoli che una sala giochi in quel punto può creare problemi. E’ collocata proprio in un punto di passaggio per gli studenti di due scuole, in una zona sensibile. Indubbiamente affronteremo la questione lavorando molto con gli studenti delle scuole, proponendo progetti per educare i giovani e per contrastare il rischio di dipendenza dal gioco”. Ormai note sono le remore avanzate già qualche settimana fa dai presidi dei due istituti scolastici di via Leini, "8 Marzo" e "Galileo Ferraris". Giorgio Pidello, dirigente scolastico dell'8 Marzo, non ha nascosto la sua preoccupazione: "Non sono certo entusiasta dell'apertura di una sala giochi. Nel corso degli anni, la nostra scuola ha coinvolto gli studenti in numerosi progetti sul tema del gioco d'azzardo…". Come a dire: questo vanifica ogni sforzo educativo da parte della scuola. A dir poco infastidito è anche Ugo Tinuzzo, preside del Galileo Ferraris, che nelle scorse settimane ha scritto una lettera di lamentele diretta all’amministrazione comunale. Ma è praticamente certo che le varie lamentele non porteranno a nulla più che una disputa verbale, per le motivazioni già citate. "Se dipendesse da me chiuderei tutte le sale giochi, sono generatrici di povertà" aveva dichiarato in passato il sindaco settimese Fabrizio Puppo, di fatto esprimendo la posizione di tutta la maggioranza. Servirà?
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