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IVREA. Il Consiglio Comunale esprime solidarietà al popolo Palestinese, provato dal conflitto tra Hamas ed Israele

IVREA. Il Consiglio Comunale esprime solidarietà al popolo Palestinese, provato dal conflitto tra Hamas ed Israele

gaza

C'è voluta oltre un'ora di dibattito perchè il Consiglio Comunale, nell'ultima seduta di agosto, approvasse il documento di solidarietà nei confronti del popolo Palestininese, provato dal conflitto tra Hamas ed Israele, presentato dal consigliere comuale di "Viviamo Ivrea" Francesco Comotto (Lista Civica Viviamo Ivrea) con il Centro Documentazione Pace Ivrea, il Centro Gandhi, il Comitato Gemellaggio Ivrea Qaladza e di Solidarietà con il Popolo Curdo, Good Samaritan Onlus, Mir Ivrea, Partito della Rifondazione Comunista e Sel, anche sulla base dell’o.d.g. per il riconoscimento del diritto umano alla pace, approvato all’unanimità dal Consiglio il 26 giugno 2014 e del progetto "Varco di Pace in Palestina", avviato nel 2002, che portò al “gemellaggio”di Ivrea con il villaggio di Beit Ommar in Cisgiordania. Tanto c'è voluto per arrivare al testo definitivo che trovasse d'accordo tutti. analoghi documenti non vengano presentati per la pulizia etnica dei cristiani in Iraq, per il genocidio in Siria, per la situazione Ucraina

"Le uccisioni si rincorrono delle nostre parole. La cosa più grave è sicuramene l'indifferenza, aldilà di quale parte della trincea si trovino i belligeranti, il senso di umanità che sta andando allo sbando" ha fatto notare Comotto mentre il capogruppo Pd Fabrizio Dulla faceva le pulci su modifiche da apportare al testo. "E' sicuramente un tema delicato – ha esordito Dulla -. Dubito che la posizione del Consiglio Comunale sia in grado di cambiare qualcosa ma ognuno, da parte sua, può indirizzare l'opinione pubblica".

Più sbrigativi i colleghi Duccio Sassano, "va bene quello che dice Dulla ma voterò lo stesso a favore perchè su questi temi non vedo motivi di divisioni, anzi ci sono tanti altri coflitti meno conosciuti a cui porre attenzione", e Loredana Carrain, "non ritengo ci sia tempo da perdere quado si spendono parole per la pace". Più cauto Matteo Olivetti: "mi trovo sempre un po' in difficoltà con questo tipo di mozioni ma sono d'accordissimo".

In una nota inviata al Presidente Elisabetta Ballurio, Tommaso Gilardini e Diego Borla del centrodestra si sono detti "scettici su ordini del giorno che esulano dal territorio" domandando perchè " analoghi documenti non vengano presentati per la pulizia etnica dei cristiani in Iraq, per il genocidio in Siria, per la situazione Ucraina". "Non riteniamo condivisibile – hanno concluso Borla e Gilardini - un ordine del giorno che divide in buoni e cattivi".

Scettico, invece, il consigliere 5 Stelle Pierre Blasotta sulla richiesta di impegnare la Giunta a chiedere alla Regione Piemonte di farsi portavoce presso il Ministro degli Esteri Federica Mogherini e il Governo Italiano, e quindi presso l'UE "per un immediato e duraturo cessate il fuoco a Gaza e in Cisgiordania, per l’apertura immediata di un corridoio umanitario che consenta ai soccorsi di arrivare a Gaza anche via mare, perchè si interrompa immediatamente ogni fornitura di armi e sistemi militari allo Stato di Israele, con la riapertura di un reale negoziato di pace e per la fine dell’embargo che dal 2007 colpisce la Striscia di Gaza, e che rende le condizioni di vita della popolazione civile sempre più insostenibili, perchè si ponga fine all’occupazione militare della Palestina e alla colonizzazione dei territori da parte dello Stato di Israele.”

"E' un impegno - ha commentato Blasotta - che potrebbe risolversi in un nulla di fatto. Sicuramente sono d'accordo con la condanna politica ma non a gravare la Giunta di un compito che ritengo inutile". Medesima l'opinione del consigliere Alberto Tognoli della Lista dei Cittadini, l'unico ad essersi astenuto sulla delibera: "non credo che possa servire a qualcosa rivolgersi al Ministero per arrivare all'Unione Europea la quale non ha alcun interesse a mettersi contro gli Stati Uniti e non ha alcuna forza per contrastare quello che avviene e che è deciso da altre parti del mondo".

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