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MAZZE'. Se n'è andato Mauro Amione

MAZZE'. Se n'è andato Mauro Amione
Domenica 3 agosto è mancato, dopo una lunga malattia, uno dei soci del Direttivo del Tennis Club Mazzè: Mauro Amione di 56 anni. Ex atleta ad alti livelli, praticava la corsa degli 800 metri. Da giovane era stato una promessa del mezzofondo dell’atletica italiana, arrivando subito a far parte dello squadrone della Iveco a Torino, diventando anche compagno di allenamenti, al centro della Sisport di Torino, di futuri campioni nazionali e olimpici di varie specialità dell’atletica. Amione aveva vinto numerose gare nazionali come juniores, e solo un infortunio gli aveva impedito di partecipare alla spedizione olimpica a Monaco di Baviera nel 1974. Da anni era un componente del Direttivo del T.C. Mazzè. A livello lavorativo gestiva un'attività commerciale a Tonengo, uno stock di abbigliamento, insieme alla moglie Susy, con la quale ha condiviso per oltre trent'anni, fianco fianco, ogni giorno della vita. I funerali si sono svolti martedì mattina. Amione lascia la moglie Susy ed il fratello Franco che era stato anche lui uno dei fondatori del T.C. Mazzè. "Era una persona sempre pronta alla battuta – ricorda l'amico Claudio Moretto del T.C. Mazzè - ed anche a tennis nell'ambito locale aveva raggiunto un discreto livello, vincendo parecchie volte il torneo sociale di Mazzè e quello di Foglizzo. Era una pedina importante perchè era molto pratico nelle decisioni da prendere. Riusciva ad aggregare compagnie per giocare, tanti lo ricorderanno proprio per le sfide impegnative con lui, dato il livello di gioco che aveva,  ma nello stesso tempo per la sua simpatia  con cui venivano affrontate  e per l'allegria che dimostrava. Sicuramente sarà un socio insostituibile". "Affrontava la vita, mettendosi sempre in gioco – aggiunge la famiglia Sardi di Mazzè -. Amava le sfide e metteva tutto se stesso per raggiungere gli obiettivi che si prefissava, come andare in montebike da Mazzè in fino alla fine della costa azzurra o oltre il monte bianco, cosi come le attraversate con ai piedi le pelli di foca di numerosi ghiacciai, come nei tornei di tennis ai quali partecipava era difficile eliminarlo perché oltre alla tecnica aveva una determinazione che la metteva su ogni singola palla". Così Amione ha combattuto, in questi quindici anni, con la massima dignità, anche contro la malattia che alla fine se l'è portato via. Negli ultimi giorni aveva preferito isolarsi, con la sua Susy, dal resto del mondo, lasciando ai suoi più cari amici il ricordo di come era bello e forte, invece che massacrato da un male incurabile. Gli amici più cari e quelli del tennis, porteranno sempre con loro il ricordo dell’amico scomparso, a cui, nelle giornate del 6 e 7 settembre, dedicheranno un memorial e una grigliata, "come sarebbe piaciuto a lui".
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