AGGIORNAMENTI
Cerca
10 Maggio 2014 - 16:27
Intervista a Giuseppe Andriolo, candidato Sindaco, 54 anni, una laurea in Filosofia, consulente di organizzazione, membro della Direzione provinciale della CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato di Torino). La sua vita politica si è svolta sempre a sinistra, fin dai tempi del Pc, non si è iscritto al Pd ma è attivo nel partito. Guida la lista "Insieme per Pavone".
Come mai hai deciso di candidarti? Faccio parte di una generazione che ha vissuto una fase politica intensa ma che ha anche assistito al progressivo distacco della politica dalle persone e ad un'eccessiva personalizzazione. Credo si debba tornare a lavorare su questo tema. La seconda ragione è più specifica: a Pavone è necessario un cambiamento nel ceto amministrativo e noi abbiamo cercato di concretizzarlo attraverso la valorizzazione di persone giovani, quali i consiglieri comunali uscenti Carassotto e Americo e giovani impegnati nel Pd come Bolzanello e Adda a cui si accostano persone non più giovani ma punti di riferimento di alcune realtà del territorio (es. Mino della Fondazione d'Andrade, Bellotto dell'associazione Castello In...cantato, Schellino di Legambiente). A questo proposito: Legambiente si era battuta contro la sopraelevazione del ponte sull'autostrada con una petizione. Qual è la posizione rispetto a questo tema? La vicenda va letta nella più complessiva opera di messa in sicurezza idrogeologica del Nodo Idraulico che individua in Pavone un'area molto a rischio. I lavori sono in corso, per cui deve prevalere un principio di realtà e bisogna vedere le opportunità: la zona sarà sistemata, aumenterà il valore delle borgate, anche con una potenzialità di fruibilità sostenibile (gli argini potrebbero diventare parte integrante di percorsi ciclopedonali che con le aree boschive devono diventare una risorsa). Va fatto lo sforzo di creare un sistema, anche in collaborazione con i comuni vicini. Collaborazione: al momento Pavone si sta rivolgendo, per l'Unione dei comuni, alla Pedanea. Secondo te che cosa si dovrebbe fare? La novità del vincolo territoriale dei diecimila abitanti impone di riaprire il ragionamento. Siamo convinti dell'assoluta necessità dell'Unione, non nascondendo che occorre un equilibrio nella rappresentanza e nella riorganizzazione di strutture e uffici. La crisi sta mettendo brutalmente in evidenza i limiti dei piccoli Comuni. Per quanto riguarda l'ambito tettiroriale lo troviamo già disegnato se guardiamo i flussi di persone, gli stili di vita, i servizi scolastici, tenendo conto che abbiamo una grandissima risorsa: il bioparco. Se partiamo invece da affinità o negoziazioni politiche non risolveremo nulla. Certo provincialismo, che caratterizza la politica locale, è letale. La questione, d'altra parte, non può essere affrontata solo in termini economici, non condivido la proposta di un'Unione di 66 Comuni: Pavone, con noi, sarà disponibile a ragionare ma non a sciogliersi nè a perdere la propria identità. Cosa prevede il vostro programma? Primo punto: no al consumo di suolo. I tentitivi di nuovi insediamenti sono falliti, il loro impatto supera l'introito che può derivare dagli oneri di urbanizzazione e oggigiorno le tasse vengono pagate solo sulle seconde case. Pertanto bisogna rendere i piccoli centri vivibili e gradevoli per i soggiorni, anche perchè il territorio non può sopportare il grande turismo. Pavone ha risorse culturali e ambientali sufficienti perchè il suo borgo ne tragga valore. Questo si può realizzare, nel breve termine, mediante interventi di arredo urbano, sistemazione di spazi ad uso pubblico, cercando con i privati modalità tecniche e soluzioni contrattuali che consentano di superare ostacoli come la frammentazione della proprietà. Nel medio-lungo termine la proposta è molto semplice: abbinare un piano colore (per esempio in via Quilico e via Trieste) a segni identitari, per esempio targhe di denominazione che si ispirino alle tradizioni (pensiamo a via dei Ricetti) o a eventi (es. le Ferie Medievali), riservando attenzione agli artigiani del territorio, incentivare la ristrutturazione e liberare spazi, mettendo a disposizione risorse finanziarie per supportare i privati, magari attingendo ai fondi strutturali europei. Il comune potrebbe fornire servizi di progettazione. Su sociale e cultura? Parliamo non di turismo ma di fruizione ch può essere, anche, di tipo turistico. Le possibilità sono moltissime: mountain bike, trekking, corsa. Basta pensare alla nostra Paraj Auta. Ci sono spazi che il Comune deve rendere disponibili partendo dalle manutenzioni ordinarie, così come i locali pubblici, come la Fondazione d'Andrade e la Sala Santa Marta. Ormai la normativa non consente più la concessione di contributi ma le associazioni sono una ricchezza perchè permettono di aggregare le persone. Bisogna rispettarle. Due atteggiamenti sono sbagliati: considerarle strumenti od esserne strumenti. Bisogna quindi lavorare in termini di qualità. Una proposta concreta: penso ad una sorta di bando che preveda la concessione degli spazi pubblici ad attività in linea con determinati obiettivi posti dal Comune, mettendo a disposizione una voce del bilancio comunale. Sarebbe anche uno stimolo per le associazioni ad ingrandirsi. Sport? Non c'è dubbio che gli impianti sia sottoutilizzati. Va ristrutturato il campo da calcetto vicino alle scuole e sistemato il campo sportivo che ha grossi problemi. Bisogna puntare su sport che abbiano meno esigenza di strutture, come la corsa, entrando nei circuiti. Abbiamo in lista persone che già si occupano di questo settore come Occleppo, Di Silvestro, Alice. Come saranno distribuiti gli incarichi? Sarà un Sindaco a tempo pieno. Non prevedo assessorati esterni. Distribuirò deleghe a tutti e inoltre organizzeremo ogni autunno incontri con la popolazione, per un confronto su idee, proposte, bisogni, prima della preparazione del bilancio di previsione. Tema spinoso rimane la mancata realizzazione del tanto atteso pluriuso... Non farò un altro progetto.. Nel cassetto del Comune ce ne sono già cinque. Se vinceremo alla lotteria (cioè se ce ne saranno le possibilità) ne prenderò uno di quelli. Preferirei mantenere bene le scuole, i luoghi pubblici, mettere qualche soldo nelle attività sociali.Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.