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IVREA. Beccato senza patente tre volte, sequestrati tutti i mezzi. Guzzon di nuovo alla sbarra

IVREA. Beccato senza patente tre volte, sequestrati tutti i mezzi. Guzzon di nuovo alla sbarra

Si trova di nuovo alla sbarra il giovane pregiudicato Andrea Guzzon di Ivrea, difeso dall'Avvocato Massimo Campanale. Martedì scorso è stato celebrato, presso Palazzo Giusiana, un processo per resistenza a pubblico ufficiale e guida senza patente. I fatti risalgono al 23 giugno 2010. Davanti al giudice Claudia Colangelo sono stati sentiti i due agenti del Commissariato di Ivrea, la coppia di ferro composta da Davide Garbo, classe 1971, e Fabrizio Petrachi, classe 1959 ed oggi in pensione.

Quel giorno si trovavano in servizio con la volante quando la loro attenzione era stata attirata da un'Alfa Romeo 156. A bordo, il Guzzon aveva cercato di nascondersi il volto con la mano, senza riuscirci. Riconosciuto il conducente, già noto agli uffici per motivi di servizio, gli agenti lo avevano fermato, con un'inversione in Corso Massimo d'Azeglio. Guzzon risultava sprovvisto di patente, in quanto gli era stata revocata nel 2006.

"Gli abbiamo contestato per l'ennesima volta questo tipo di reato (già contestato nell'agosto 2008, nel marzo 2009 con sinistro stradale e nel novembre 2009) – ha raccontato Garbo -. Ha reagito come al solito in modo scontroso, maleducato. In quest'occasione è arrivato addirittura a rvolgerci ingiurie e minacce". Guzzon sarebbe andato in escandescenza. "Fate pure i vostri verbali del cazzo – avrebbe iniziato ad inveire -. Avete rotto i coglioni. Stai attento sbirro.. la prossima volta che ti vedo ti vengo addosso. Questa è la terza macchina che mi prendete. Non avete un cazzo da fare. Andate a prendere gli assassini di San Giovanni! Devo andarmene da questa città di merda. E' meglio essere assassini che lavorare in questo paese". Un fiume in piena..

Non avendo con sè i documenti, Garbo e Petracchi si erano recati con lui presso la sua abitazione, per maggiori controlli. E anche in quel frangente aveva continuato ad inveire. La sentenza sarà pronunciata il 10 novembre.

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