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24 Marzo 2014 - 11:08
"Il metodo Cencelli nelle Unioni di Comuni non deve entrare!". Sono furiosi i consiglieri del gruppo di minoranza Pedanea (formato dal consigliere di Parella Massimo Iaretti, Ernesto Barlese di Quagliuzzo, Mauro Demarie di Strambinello e Thomas Moore di Colleretto Giacosa). Il dito è puntato contro il Comune di Pavone che, tra una giravolta e l'altra, solo nel mese corrente ha formalizzato il suo ingresso nell’Unione dei Comuni Terre del Chiusella, ponendo, però, una serie di condizioni, in primis la richiesta di una rappresentanza maggiore, vista la sua dimensione, rispetto agli altri piccoli comuni.
"Prendiamo atto, con rammarico, dell'atteggiamento tenuto - commenta il gruppo Pedanea - che di fatto ritarda, se non vanifica, la possibilità di un allargamento dell’Unione. Il Comune di Pavone, di recente, ha trasmesso una memoria che di fatto azzera il lavoro svoltoe le deliberazioni assunte. Lo ha fatto dopo aver espresso all’unanimità la volontà di aderire all’Unione nella seduta dell’11 luglio 2013, dopo aver insediato un'apposita commissione consiliare, dopo che nei mesi successivi si erano avuti più incontri con l’Unione per concordare le modifiche necessarie allo Statuto, dopo che l’11 novembre 2013 il Sindaco Maria Aprile aveva redatto una lettera ai Concittadini in cui spiegava quale sarebbe stato lo scenario futuro, dopo che le modifiche concordate sono state approvate, con deliberazioni unanimi, dai consigli comunali nel mese di novembre. Riteniamo inopportuno e tardivo questo documento, seppure pienamente legittimo, proprio nel momento in cui era in corso il processo di formazione della volontà, e assolutamente non rispettoso del lavoro svolto dall’Unione e dai singoli Consigli Comunali della Pedanea".
Le condizioni poste sulla rappresentanza, secondo la minoranza, "non colgono il senso della realtà dell’Unione Terre del Chiusella: uno strumento per la gestione associata dei servizi al fine di razionalizzare l’erogazione dei servizi e non un terreno di confronto politico dove utilizzare un bilanciamento dei poteri". Il gruppo conclude che "la recente deliberazione di adesione di Pavone all’Unione del 3 marzo 2014, sulla base della proposta statutaria elaborata unilateralmente dall’Amministrazione di Pavone non può che essere valutata negativamente, quale atto di imperio, e non potrà mai avere la nostra adesione. Auspichiamo che dopo le prossime elezioni si possa riprendere un dialogo, anche con interlocutori diversi, che consenta di arrivare ad un obiettivo condiviso e concordato, senza dover però soggiacere ad interessi sfacciatamente campanilistici".
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