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19 Febbraio 2014 - 12:08
Pierre Blasotta in consiglio comunale
Rinviata la convenzione con la Cogeis per l’avvio di attività estrattiva in località San Bernardo su richiesta del consigliere pentastellato Pierre Blasotta. Motivo? Valutare la tipologia delle garanzie (nello specifico la provenienza fidejussioria) e l’inserimento di vincoli territoriali per il conferimento, dettagli fondamentali che mancavano nel documento presentato dall’Assessore Giovanna Codato al Consiglio Comunale lunedì sera benché ventilati precedentemente. L’Assessore ha sbandierato soltanto l’introduzione di elementi di controllo e monitoraggio a carico della società stessa a cura di Arpa Piemonte e la ricezione della bonifica ambientale del bocciodromo, il rifacimento della copertura e ammodernamenti in campo energetico, da attuare entro 180 giorni dall’avvio dell’attività.
“Non c’è limite – ha fatto notare per primo Francesco Comotto della minoranza Viviamo Ivrea – per il reperimento del materiale. Rischiamo di diventare la discarica di un’area indefinita di terreni che non si sa da dove arrivano”. Di fatto, come ha rilevato Elvio Gambone di “Coscienza Civica”, “i materiali potrebbero arrivare da Reggio Calabria ma la mia preoccupazione è che Ivrea diventi la terra di scarico della Valle d’Aosta dove non ci sono aree deputate, o che qui finisca lo smarino della Tav. Nella Convenzione si parla di un impegno a collaborare ma sarebbe meglio che un impegno a vigilare da parte del Comune”.
Solo poco tempo fa, e lo ha ricordato Blasotta, l’Amministrazione eporediese aveva presentato un documento, firmato da Sindaci dei Comuni limitrofi che conferirebbero nella discarica, tirato in ballo per giustificare l’esigenza della cava ma di cui non c’è traccia nella Convenzione. Codato si è fatta scudo col fatto che “la Convenzione è il risultato delle conferenze dei servizi a livello provinciale e regionale” e che “per i monitoraggi sulle terre da scavo la società si impegna a presentare un consuntivo annuale” così “al primo sgarro la Convenzione scade”.
Ma non basta di certo questo sistema di autocontrollo a rasserenare i cittadini che intorno alla futura cava di ghiaia ci vivono e dovranno sopportarne il forte impatto, a livello ambientale e di traffico veicolare, almeno per i prossimi dieci anni stando alla durata prevista. Perciò la richiesta di rinvio e l’inserimento di vincoli più stringenti prima di dare il via libera all'accordo e alla variante urbanistica per la destinazione d'uso dei terreni attualmenti agricoli di proprietà di Bertino per 56mila metri quadrati.
Si aggiungono le perplessità sulla fidejussione che potrebbe essere sia bancaria che assicurativa. Troppo generico, secondo la minoranza, di fronte ad importo di 950mila euro.
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