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25 Gennaio 2021 - 15:24
Andrea Repossini direttore di Coldiretti Torino
Gli agricoltori di Coldiretti dicono “No” al progetto della pedemontana del Canavese con i nuovi tratti stradali di Lombardore-Front e Busano-Salassa. Un progetto di cui si parla ormai da un quarto di secolo che permetterebbe un collegamento diretto tra le vallate canavesane (potenziando dei tratti di viabilità esistenti sulla SP565 e SP460 e realizzandone dei nuovi), con l’idea di collegare poi l’uscita del casello autostradale di Ivrea (Torino-Aosta e Torino-Milano) e il raccordo autostradale di Torino/Caselle attraversando i territori che si trovano al fondo delle vallate.
Della Pedemontana del Canavese s’è tornato a parlare nelle scorse settimane con il pressing della Regione Piemonte sul Governo e sull’Unione Europea per ottenere i fondi necessari alla realizzazione, un pressing accolto con gioia dall’ex sindaco di Levone, oggi consigliere, Maurizio Giacoletto, presidente dell’Associazione Sviluppo Canavese Occidentale. Tutto bello, ma non per la Coldiretti.
«Per noi agricoltori il progetto della pedemontana del Canavese non è un’opera utile - dichiara Silvia Marchetto, imprenditrice agricola, presidente della Coldiretti di Rivarossa -. Invece di progettare una nuova arteria meglio sarebbe migliorare la viabilità esistente, che, comunque, negli anni è già stata oggetto di interventi positivi».
«Questo progetto è un’opera che andrebbe a coinvolgere in modo pesante l’agricoltura della zona, con significativi impatti negativi sui terreni di una quindicina di aziende agricole, in parte condotte da giovani – aggiunge Silvia Marchetto, che conduce un’azienda a indirizzo cerealicolo zootecnico, con 250 capi di Frisona in stalla che producono latte che viene conferito al Caseificio Longo, di Bosconero –. I terreni interessati dal progetto sono fertili e irrigui e sono coltivati a grano, mais e prati. E’ poi tutta da dimostrare la tesi che sia necessaria una nuova arteria per risollevare le sorti dell’industria locale che forse è in crisi per ben altri motivi».
Daniele Ferrari, segretario della Coldiretti della zona di Rivarolo, aggiunge: «Il mondo agricolo, avuta notizia del progetto di pedemontana del Canavese, si è attivato. Abbiamo organizzato incontri con gli agricoltori di Rivarolo, Front, Busano e Favria, per informare sul progetto. In agenda abbiamo un tavolo di confronto con tutti gli attori: ci interessa capire se quest’opera trova una reale giustificazione. Abbiamo poi chiesto un incontro con la Seconda commissione del Consiglio regionale che si occupa di Viabilità. La realizzazione di nuova arteria porta alla sottrazione di nuovo terreno agricolo fertile, con la formazione di reliquati su un buon numero di campi, con danni significativi alle imprese agricole e la riduzione delle loro capacità produttive».
Anche Coldirettori Torino è sulla stessa linea. «È innegabile che, in tutti questi anni, molte cose sono cambiate e anche drasticamente - conclude il direttore Andrea Repossini -. Prima di proseguire con il progetto forse conviene riunire attorno a un tavolo tutti i soggetti e le istituzioni interessate per capire se è reale la necessità di una nuova arteria. In linea di massima nelle riunioni sin qui convocate gli agricoltori sono contrari a questa ipotesi progettuale. Chiedono un confronto allargato a tutti i soggetti: lo sviluppo di artigianato e industria non può andare a discapito del mondo agricolo».
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