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14 Ottobre 2020 - 17:08
Un dialogo in equilibrio fra spiritualità e concretezza. Sono questi i due cardini sui quali si è sviluppato l’incontro avvenuto nel tardo pomeriggio di martedì 6 ottobre, momento centrale della Visita Pastorale di monsignor Edoardo Cerrato, iniziata domenica 27 settembre, con la celebrazione della messa solenne e con l’inaugurazione dell’oratorio “San Luigi”. In una chiesa parrocchiale particolarmente affollata, il Vescovo di Ivrea ha ricevuto il benvenuto del parroco, Don Gino Casardi, ed ha ascoltato gli interventi dei diversi rappresentanti della Comunità, dal Consiglio pastorale, alle Catechiste, al sindaco Antonio Magnone che ha esteso il suo benvenuto. Fra gli argomenti centrali dell’incontro, l’esternazione di Don Gino sulla sua preoccupazione per lo stato della chiesa dei santi Vincenzo ed Anastasio, dove nel novembre di tre anni fa vi fu un crollo di calcinacci dalla volta, che ha costretto il Parroco a mettere delle reti per evitare che nuove cadute potessero mettere a repentaglio l’incolumità dei fedeli. “Non celebro con serenità – ha detto Don Gino rivolgendosi a monsignor Cerrato -. Guardo al Popolo di Dio, ma guardo anche che non gli cada niente in testa”.
L’impegno di Don Gino verso gli interventi di conservazione del patrimonio religioso è molteplice: proprio in queste settimane, infatti, è in atto anche l’intervento presso la Cappella della Beata Vergine delle Grazie, per rinforzare il pronao, che ha causato crepe alla chiesetta. I lavori procederanno poi con la ritinteggiatura interna che, in accordo con la Sovrintendenza ai Beni Culturali e con lo studio dell’Architetto incaricato dalla Diocesi di Ivrea, riporterà gli interni allo stato originario. Un impegno economico non indifferente, che va ad aggiungersi a quello recente per la risistemazione dell’oratorio “San Luigi”, per dare ai bambini ed ai ragazzi un luogo pulito e sicuro dove svolgere le lezioni di Catechismo. Ancora più importante il grande intervento che sarebbe necessario per la messa in sicurezza della chiesa parrocchiale, uno dei rari esempi di Barocco piemontese esistente in Canavese. Il Vescovo di Ivrea ha risposto snocciolando una serie di dati e spiegando come funzionano i proventi dell’ 8 per mille, che solitamente vengono impiegati per queste opere, ma che purtroppo non sono così consistenti e che, soprattutto devono essere divisi fra tutte le 225 Diocesi italiane. “Questa bellissima chiesa fu eretta dal Popolo di Dio. Guardiamoci oggi – ha detto monsignor Cerrato -: il Popolo di Dio si è notevolmente ridotto e coloro che frequentano e che sono praticanti sono oramai una minoranza. Quello che si potrà fare verrà fatto, ma sarà difficile riuscire a reperire dei fondi: bisogna pensare che nella nostra Diocesi ci sono 141 chiese parrocchiali e in media ogni parrocchia ha dalle 5 alle 6 cappelle o santuari, un numero elevato di edifici di culto praticamente tutti nelle stesse condizioni. E’ stato il popolo credente a farle nascere – è stata l’amara conclusione del Vescovo -, ma il popolo credente oramai non c’è più”.
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