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PEROSA. Lollo Bovio e l’amore per lo studio: “E’ il mio lavoro”

Lorenzo Bovio ha 16 anni. Il fare disincantato dei ragazzini della sua età e non ha affatto l’aria del secchione. Nonostante qei tre 10 in pagella...

Lorenzo frequenta l’Itis di Ivrea e lo abbiamo intervistato come studente modello.

Ciao Lollo, possiamo chiamarti così?

“Certamente, è il mio soprannome, ci mancherebbe”.

Allora Lollo, la tua bravura ti precede. Tutti, qui in zona, parlano di te come di un esempio di studente da seguire.

Ride arrossendo

Ho molti amici perché vivo una vita normalissima come quella di tanti ragazzi di sedici anni, frequento ITIS di Ivrea come le hanno detto prendendo nell’ultima pagella alcuni 10”

In quali materie?

Matematica, chimica e fisica

Mi piace studiare e probabilmente sono favorito dal fatto che ho messo a punto un buon metodo di studio caratterizzato dallo stare molto attento in classe alle spiegazioni dei docenti ed al dedicarmi costantemente a casa al mio “lavoro”. Ciò ha fatto sì che io abbia sempre ottenuto profitti molto alti e, mi posso permettere di ritagliarmi alcune ore da dedicare alla mia passione, il calcio ed organizzo bene anche le mie giornate fra amici, ragazze, allenamenti e scuola”.Hai detto che lo studio è il tuo lavoro ho capito bene?

“I miei genitori che, fin da piccolo mi hanno sempre spronato ed educato, spiegandomi che il mio lavoro ora è lo studio. Ho fatto mio questo concetto importante e la mia ambizione personale mi spinge a fare bene”.

Fuoriclasse nella scuola e nello sport come te la cavi?

Amo il calcio, pratico questa disciplina che trovo splendida per creare unione. Il mio ruolo, il mediano definisce molto bene la mia attitudine: quella di essere al servizio del gruppo. Un brano di Ligabue che mi piace ricordare: “Una vita da mediano a recuperar palloni, nato senza i piedi buoni, lavorare sui polmoni”. Il ruolo del mediano è infatti quella di tamponare le azioni degli avversari e di ricostruire il gioco. Smisto palloni per far segnare i miei compagni. Corro dietro ad un pallone da quando avevo quattro anni e la mia passione mi ha portato a partecipare con la mia attuale società il Banchette Ivrea, al Campionato Regionale di categoria. La passione per il calcio, tramandatami da mio papà, giocatore prima, poi causa infortuni, allenatore nel settore giovanile del Colleretto Pedanea, è stata rafforzata negli anni dal fatto di aver avuto sempre degli allenatori capaci di insegnare che lo sport è divertimento, passione ma anche sacrificio e, come nello studio, solo con il sacrificio anche nel calcio si ottengono ottimi risultati. Inoltre per me nel calcio non basta segnare come diceva Alan Shearer (allenatore ed ex giocatore della Nazionale inglese) si deve utilizzare questa disciplina sportiva perchè oltre ad essere una valvola di sfogo delle tensioni che si accumulano durante la giornata scolastica è un momento di aggregazione con i miei compagni di squadra durante il campionato e gli amici durante l’estate, stagione dedicata ai tornei. La summa vitae”.

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