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09 Gennaio 2020 - 14:41
Il primo cittadino concluderà il suo mandato tra qualche mese. Dopo 5 anni alla guida della città, però, ha scelto di non ricandidarsi e lo ha annunciato qualche giorno fa con una lettera inviata a tutti i suoi concittadini.
“In questi giorni i cittadini di Parella hanno trovato la mia comunicazione nella buca delle lettere - dichiara Bollettino -. Il mio mandato si avvia alla scadenza ed era giusto annunciare per tempo le mie decisioni e spiegarne la motivazioni”.
“Non mi ricandiderò a sindaco alle prossime elezioni comunali di Parella - spiega -. Lo scopo deve essere quello di migliorare le condizioni del proprio Comune, restituirne una versione migliore di quella che si è ricevuta, immaginarne un futuro e provare a realizzarlo.
Ad oggi, col fallimento del progetto di fusione dei cinque Comuni dell’ex Pedanea, anche nella sua versione “ridotta” e rivolta solo ai quattro Comuni dell’Unione Terre del Chiusella, la fascia tricolore è un impedimento a realizzare questo futuro”. Al centro della discussione, quindi, c’è di nuovo il tema della fusione. Bollettino punta di nuovo il dito contro Barlese. “Di fronte all’ostinata e, per me, - attacca - miope presa di posizione di alcuni colleghi, che magari in questi giorni si staranno lamentando per i (minimi) tagli ai finanziamenti dello Stato ai piccoli Comuni, non si può far altro che alzare le mani.
Ma io sono convinto che i cittadini siano molto più avanti dei loro Amministratori e sono loro da mobilitare e coinvolgere per raggiungere quell’obiettivo che i loro Sindaci non sono stati in grado di realizzare”. Il primo cittadino, in ogni caso, continuerà la sua battaglia per la fusione da semplice cittadino.
“Per parlare a loro non posso presentarmi come Sindaco di Parella, ma solo come comune cittadino di quell’area che tutti, ancora oggi, continuano a chiamare Pedanea. E poiché ritengo le idee più importanti della poltrona, rinuncio volentieri a quest’ultima per meglio portare avanti l’idea della fusione. Non facciamoci ingannare da chi dice che l’identità delle nostre comunità, nella fusione, andrebbe a scomparire. Si tratta solo di uno spauracchio, sventolato per coprire altro. Questi paesi, se non facciamo niente, se perseguiamo la politica del “tirare a campare” sono destinati a morire da soli. Che ce ne facciamo del “campanile” se poi non rimane nessuno a sentire i rintocchi della campane? Chi vuole preservare il campanile, in realtà, intende preservare la poltrona. Fare un Comune a partire da cinque significa far sparire 4 Sindaci, 8 Assessori, 40 Consiglieri. E in queste piccole realtà in tanti considerano prestigioso poter dire “sono Consigliere Comunale” o “sono Assessore”. Figuriamoci poter indossare la fascia tricolore e andare in giro a “rappresentare” la Comunità! E nel frattempo la Comunità, lentamente, sparisce”.
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