Vincenzo Nibali è uno show, prima e dopo il traguardo. Siciliano di mare, e di frontiera, non le manda mai a dire. In particolare se lo fanno arrabbiare com'è accaduto nei giorni scorsi, quando Primoz Roglic - sollecitato - non lo ha aiutato ad allungare la corsa, alternando l'andatura. Mai banale, a volte perfino sfacciato, lo 'Squalo' che arriva da Messina chiede rispetto e condivisione dei ruoli. "Oggi è stata una giornata dura, ho cercato di muovermi quando ho capito che il ritmo era alto e, sulla salita, eravamo in pochi - le sue parole -. Certo, ormai è da due settimane che ci inseguiamo, le energie sono queste: per tutti. Non certo per Damiano Caruso. Lui è troppo forte, perché tiene allegra la truppa, ma lo è soprattutto in corsa. E, se gli scappa la gamba, devo frenarlo". Nibali e Caruso hanno storie simili (il gregario è ragusano). Cresciuti ciclisticamente in Toscana, dopo avere lasciato nel profondo sud gli affetti più cari, hanno affrontato tanti sacrifici. "La sua presenza mi dà certezze - spiega Nibali -, è un signor corridore, come dimostra il fatto che ha chiuso dei Giri nella top ten". Nibali sa bene che, nella lotta per la maglia rosa di Verona, non c'è solo Roglic, ma soprattutto Richard Carapaz. "Gli abbiamo lasciato troppo spazio, ma non è stato solo un mio errore - ammette il messinese - anche di Roglic che, in gara, mi ha fatto uno di quegli scherzi che si vedono nelle corse degli Allievi, quando non si vuole tirare. Certe cose tra professionisti non esistono. Ma ormai è acqua passata. Roglic ha la crono finale dalla propria parte ma, se fa la corsa solo su di me, altri possono approfittarne. Come è già avvenuto, del resto. Io non sottovaluto mai i miei avversari e il Giro l'ho già vinto due volte. Lui no". Nibali è convinto che, "senza il Gavia, la corsa può cambiare". "Però - sottolinea - ci sono altre salite e si può attaccare, io sono pronto. Un campione, come ho detto oggi a Contador - che mi ha sempre ispirato - deve provarci sempre, quando se la sente. Proprio come faceva Alberto". L'uomo-copertina è Dario Cataldo che oggi ha realizzato "il sogno di una vita". "Era la tappa che sognavo di vincere alla vigilia del Giro - racconta - sul percorso de 'Il Lombardia', non lontano da dove vivo. Arrivavo da due giornate molto difficili, anche stanotte ho faticato a dormire, stamattina non sapevo come fare a gestire una frazione così dura, invece nei primi chilometri le gambe hanno risposto bene. Mi dispiace per Cattaneo, che resta un grande avversario".
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.