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06 Dicembre 2018 - 17:46
Fabio Giulivi 37 anni, in passato aveva sostenuto la candidatura di Pino Capogna
Seppur abbia solamente 37 anni, per Fabio Giulivi la politica è una ragione di vita, quasi alla pari con la sua fede granata e con la sua onestà intellettuale.
Alle ultime elezioni politiche, aveva deciso, dopo un passato in Alleanza Nazionale, di appoggiare Pino Capogna e la sua lista civica “Per Venaria Insieme”, ottenendo la bellezza di 134 voti, risultando il secondo escluso, dopo il fratello dello stesso Capogna.
Abbiamo fatto a lui alcune domande, con risposte che daranno spazio al dibattito.
Partiamo dall’inizio: pentito della scelta di aver appoggiato Falcone al ballottaggio?
“Purtroppo sì, anche se all’epoca eravamo convinti di aver fatto la scelta giusta. Di fronte avevamo quel centrosinistra che aveva governato per 20 anni e che a forza di litigi aveva portato al Commissariamento prefettizio, un’onta mai subita prima dalla città. Dall’altra parte avevamo delle facce nuove che rappresentavano una novità: perchè non provare a cambiare rispetto a chi già aveva dato dimostrazione di pensare più alle poltrone che al bene di Venaria?”
E poi?
“Dopo quasi 4 anni il risultato è sotto gli occhi di tutti. Nonostante una maggioranza monocolore e un’opposizione divisa in mille rivoli, ci hanno imposto questa paralisi amministrativa dove si festeggia sui social attività di ordinaria amministrazione senza che si riesca dare un’idea di città. Anche il prossimo Natale sarà sotto tono senza iniziative che possano attrarre turisti. La vicenda del villaggio di Babbo Natale è emblematica del clima di improvvisazione che stiamo vivendo”.
Quali sono le colpe maggiori che attribuisci?
“Ormai è evidente la guerra intestina tra la componente dell’assessore D’Afflitto e quella del presidente Accorsi. La partita del dopo Falcone condizionerà tutto il finale di questa legislatura dove a rimetterci saranno ancora una volta i venariesi, trascurati da questa lotta tra fazioni diverse”.
L’opposizione non pare voglia approfittare di questa situazione…
“Personalmente credo che ognuno giochi una partita diversa e questa mancanza di compattezza non riesce ad incidere. Anche proposte sensate vengono respinte per puro spirito di contrapposizione ed è un peccato perchè il confronto può far crescere la città”.
Il tuo referente in Consiglio, Pino Capogna, lo vediamo meno rispetto al passato. Pressoché assente…
“Impegni professionali lo tengono occupato fino a tardi, quindi cerca di puntare più sulla qualità rispetto alla quantità del tempo impiegato”.
Ma a fronte di questi impegni non sarebbe meglio dare spazio ad altri del gruppo come avvenuto per Fosca Gennari, che ha lasciato spazio a Brescia perché non riusciva più a gestire lavoro e politica?
“Sono scelte personali e non ne abbiamo mai parlato. Resto convinto che si possa far politica anche fuori dal Consiglio, se poi decidesse in tal senso, siamo a disposizione. E’ bello immaginare di poter far crescere una nuova classe dirigente per Venaria”.
Ultimamente leggiamo molte critiche o proposte all’amministrazione tramite i social, sono ormai il canale prevalente della politica?
“Provengo da una cultura politica fatta di vita di sezione, manifesti e volantinaggi ma oggi pare un mondo scomparso. Con un post raggiungi cento volte le persone che raggiungeresti con un volantino. Quindi devi adeguarti a questi nuovi strumenti. Altrimenti sei tagliato fuori da una fetta importante di Venaria”.
Quali sono i tuoi progetti per Venaria?
“Tanti. Ma è fondamentale innanzitutto costruire un’alternativa ad altre giunte grilline che darebbero il colpo di grazia alla città, impedendo però il ritorno della vecchia classe politica che ha amministrato Venaria in questi decenni. Sfida difficile ma possibile. Tra i pentastellati e la vecchia sinistra c’è una terza via che non ha mai amministrato e che secondo me va messa alla prova dopo anni trascorsi all’opposizione”.
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