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SAN MAURO. Il 12 è arrivato il primo minore respinto dalla Francia

SAN MAURO. Il 12 è arrivato il primo minore respinto dalla Francia

Il centro di Prima accoglienza di Via madonna dei Poveri che ha ospitato alcuni dei richiedenti asilo minori respinti al confine con la Francia

La Francia avrebbe tentato di rimandare in Italia anche dei minorenni. È quanto si apprende da fonti del Viminale secondo le quali sono in corso una serie di verifiche su un episodio avvenuto il 18 ottobre scorso attorno alle 22.30. In quell’occasione, emersa nel corso della visita degli esperti inviati dal ministero a Claviere, le autorità italiane hanno bloccato la procedura.

Il sospetto del governo italiano, sempre secondo le fonti, è che le autorità francesi abbiano riportato gli stranieri in Italia in modo sbrigativo anche per eludere le procedure previste dal trattato di Dublino (il respingimento dei minori non accompagnati non è concesso).

Dopo gli episodi emersi negli ultimi giorni a Claviere, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha confermato la presenza fissa di una pattuglia della polizia italiana al confine, chiedendo agli esperti inviati in Piemonte di effettuare una verifica completa per accertare cosa accaduto, e ha rinnovato l’invito a Roma al suo omologo francese.

Sarebbero stati 21, dall’inizio dell’anno, i minori respinti alla frontiera del Monginevro, tra Italia e Francia, e intercettati dai presidi della Croce Rossa a Oulx e a Bardonecchia, in alta Valle di Susa. I minori accompagnati sono stati inseriti, con i familiari, in alcuni centri di accoglienza. Quelli non accompagnati, invece, sono stati affidati ai servizi sociali.

Uno di questi sarebbe arrivato al centro di prima accoglienza, di Via Madonna dei Poveri, della cooperativa TerreMondo, a San Mauro, nella serata di venerdì 12, accompagnato dalla polizia.

Poi, tra il 15 e il 17, ne sono arrivati un’altra decina.

Qualcuno accompagnato dalla polizia italiana, qualcun altro invece giunto dalla questura di torino dopo tutte le procedure di identificazione.

Di quelli, soltanto due sono rimasti a San Mauro, gli altri hanno fatto perdere le proprie tracce e viene da pensare che abbiano riprovato ad attraversare la frontiera, in qualche modo. Ognuno di loro aveva la stessa storia da raccontare: parenti o amici da raggiungere in Francia, nessun documento che provasse la loro vera età, come bagaglio uno zainetto, poi giubbino, jeans e scarpe da ginnastica. In Questura, in questi casi, avviene l’identificazione e il rilievo delle impronte digitali, successivamente si dovrebbe procedere all’accertamento della maggiore età.

La struttura è gestita dalla cooperativa TerreMondo dall’ottobre del 2016 quando il progetto è partito. Al suo interno sono impegnati una coordinatrice, alcuni educatori, uno psicologo, mediatori culturali, volontari (sanmauresi e non) e un medico che è tenuto a visitare i nuovi ospiti al loro arrivo.

All’interno della casa ci sono 24 tra richiedenti asilo e rifugiati, tutti uomini, la maggior parte provenienti dall’Africa  (Gambia, Mali, Guinea, Senegal, Somalia, Nigeria) e qualcuno giunto dall’Asia (Pakistan).

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